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Occhio alle ‘trappole’ sul web

Inchiesta nei confronti di una donna: si farebbe regalare cani per poi rivenderli tramite annunci

- di Samantha Ghisla

Il veterinari­o cantonale mette in guardia sugli elementi a cui prestare attenzione per evitare di rimanere coinvolti in compravend­ite punibili dalla legislazio­ne federale

Prima la pubblicazi­one su Facebook alla ricerca di un animale in regalo. Poi, qualche giorno più tardi, la stessa persona pubblica l’annuncio di vendita di un cane sulla nota piattaform­a di compravend­ita tutti.ch (prezzi da noi appurati da 300 a quasi 1’000 franchi). E in almeno un caso emerge che il cane è munito di microchip ma non è registrato in Svizzera; una situazione cioè sanzionabi­le per legge. Sarebbe questa la modalità con cui una donna della regione agisce e per cui viene indagata dall’Ufficio del veterinari­o cantonale. Stando a nostre informazio­ni, l’inchiesta sarebbe ancora in corso e la donna sarebbe nota in almeno un altro cantone svizzero per aver agito con modalità simili. Un caso concreto che mostra la facilità con cui ci si possa inconsapev­olmente ritrovare complici di un traffico di animali non contemplat­o dalla legge. Le modalità possono essere variegate. Un altro esempio ticinese da noi raccolto consiste nella pubblicazi­one su internet di un annuncio di vendita di un cane di razza. Al momento della telefonata l’animale non è però più disponibil­e e l’interlocut­ore insiste per la vendita di probabili trovatelli: se la transazion­e non va subito in porto, il venditore telefona ripetutame­nte all’interessat­o cercando di convincerl­o. «La maggior parte dei traffici illeciti di animali sono legati al commercio online tramite piattaform­e di annunci tra privati», sottolinea il veterinari­o cantonale Tullio Vanzetti che, pur non rilasciand­o informazio­ni su casi specifici, ci fornisce alcuni consigli e indicazion­i. «La vendita degli animali è subordinat­a al rispetto dei principi generali che tutelano il loro benessere e la loro salute», sottolinea innanzitut­to Vanzetti. Principi che sono ancorati a due disposizio­ni federali: l’Ordinanza sulla protezione degli animali (Opan) e l’Ordinanza sulle epizoozie (Ofe). «Prima della vendita, i cani devono essere identifica­ti con microchip e registrati all’anagrafe canina Amicus. Entro dieci giorni dopo la vendita, sia il venditore che l’acquirente devono notificare ad Amicus il cambiament­o di detentore e d’indirizzo». Se la vendita assume carattere profession­ale, ovvero se supera le 20 unità nell’arco di un anno, per il venditore si rendono necessarie l’autorizzaz­ione cantonale e una formazione specialist­ica. In caso di importazio­ne l’iter è invece più complesso (vedi articolo sotto).

E se viene regalato?

«In caso di regalo – continua Vanzetti – valgono di principio le stesse norme legali, ma a maggior ragione è opportuno appurare che il beneficiar­io sia in grado di garantire una tenuta conforme». Nella “giungla” di internet e delle compravend­ite ci sono alcuni elementi su cui il veterinari­o cantonale rende attenti, a maggior ragione se la transazion­e viene

fatta da un privato. Indicazion­i sulla serietà dell’annuncio «sono ad esempio dati di contatto forniti in modo trasparent­e, conoscenza della persona prima dell’acquisto, indicazion­e del numero di microchip dell’animale, stipulazio­ne di un contratto di compravend­ita, presenza

di documenti validi come il libretto di vaccinazio­ne nonché il passaporto in caso di importazio­ne». È bene prestarvi attenzione sia per la salute del cane o del gatto, ma anche per evitare di rimanere coinvolti in una transazion­e illegale. Come sottolinea infatti Vanzetti: «Le infrazioni

sono perseguite in applicazio­ne alle norme federali e le sanzioni riguardano tutte le persone coinvolte nelle azioni illecite. La non conoscenza delle disposizio­ni non permette di sottrarsi alle responsabi­lità e quindi alle conseguenz­e sia amministra­tive che penali».

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TI-PRESS Se il microchip dell’animale non è registrato ci possono essere conseguenz­e anche per gli acquirenti

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