Occhio alle ‘trappole’ sul web
Inchiesta nei confronti di una donna: si farebbe regalare cani per poi rivenderli tramite annunci
Il veterinario cantonale mette in guardia sugli elementi a cui prestare attenzione per evitare di rimanere coinvolti in compravendite punibili dalla legislazione federale
Prima la pubblicazione su Facebook alla ricerca di un animale in regalo. Poi, qualche giorno più tardi, la stessa persona pubblica l’annuncio di vendita di un cane sulla nota piattaforma di compravendita tutti.ch (prezzi da noi appurati da 300 a quasi 1’000 franchi). E in almeno un caso emerge che il cane è munito di microchip ma non è registrato in Svizzera; una situazione cioè sanzionabile per legge. Sarebbe questa la modalità con cui una donna della regione agisce e per cui viene indagata dall’Ufficio del veterinario cantonale. Stando a nostre informazioni, l’inchiesta sarebbe ancora in corso e la donna sarebbe nota in almeno un altro cantone svizzero per aver agito con modalità simili. Un caso concreto che mostra la facilità con cui ci si possa inconsapevolmente ritrovare complici di un traffico di animali non contemplato dalla legge. Le modalità possono essere variegate. Un altro esempio ticinese da noi raccolto consiste nella pubblicazione su internet di un annuncio di vendita di un cane di razza. Al momento della telefonata l’animale non è però più disponibile e l’interlocutore insiste per la vendita di probabili trovatelli: se la transazione non va subito in porto, il venditore telefona ripetutamente all’interessato cercando di convincerlo. «La maggior parte dei traffici illeciti di animali sono legati al commercio online tramite piattaforme di annunci tra privati», sottolinea il veterinario cantonale Tullio Vanzetti che, pur non rilasciando informazioni su casi specifici, ci fornisce alcuni consigli e indicazioni. «La vendita degli animali è subordinata al rispetto dei principi generali che tutelano il loro benessere e la loro salute», sottolinea innanzitutto Vanzetti. Principi che sono ancorati a due disposizioni federali: l’Ordinanza sulla protezione degli animali (Opan) e l’Ordinanza sulle epizoozie (Ofe). «Prima della vendita, i cani devono essere identificati con microchip e registrati all’anagrafe canina Amicus. Entro dieci giorni dopo la vendita, sia il venditore che l’acquirente devono notificare ad Amicus il cambiamento di detentore e d’indirizzo». Se la vendita assume carattere professionale, ovvero se supera le 20 unità nell’arco di un anno, per il venditore si rendono necessarie l’autorizzazione cantonale e una formazione specialistica. In caso di importazione l’iter è invece più complesso (vedi articolo sotto).
E se viene regalato?
«In caso di regalo – continua Vanzetti – valgono di principio le stesse norme legali, ma a maggior ragione è opportuno appurare che il beneficiario sia in grado di garantire una tenuta conforme». Nella “giungla” di internet e delle compravendite ci sono alcuni elementi su cui il veterinario cantonale rende attenti, a maggior ragione se la transazione viene
fatta da un privato. Indicazioni sulla serietà dell’annuncio «sono ad esempio dati di contatto forniti in modo trasparente, conoscenza della persona prima dell’acquisto, indicazione del numero di microchip dell’animale, stipulazione di un contratto di compravendita, presenza
di documenti validi come il libretto di vaccinazione nonché il passaporto in caso di importazione». È bene prestarvi attenzione sia per la salute del cane o del gatto, ma anche per evitare di rimanere coinvolti in una transazione illegale. Come sottolinea infatti Vanzetti: «Le infrazioni
sono perseguite in applicazione alle norme federali e le sanzioni riguardano tutte le persone coinvolte nelle azioni illecite. La non conoscenza delle disposizioni non permette di sottrarsi alle responsabilità e quindi alle conseguenze sia amministrative che penali».