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‘È il successo di tutti’

Consegnata la somma raccolta dai due ciclisti della Bergen-Losone Altro che ‘Un franco per ogni km’, la cifra raggiunta è quasi il doppio: per i piccoli di Katmandu, il trekking è realtà

- Tutto il viaggio per immagini su www.laregione.ch/a/cartoline di Beppe Donadio

Da Bergen, Norvegia, destinazio­ne Losone. Più di 2’700 chilometri in bicicletta in circa venti giorni. Avevamo lasciato Giovanni Soldati e Gionata Graber nelle fredde acque norvegesi dell’Albergo Losone (un tuffo in piscina, biciclette incluse), accolti da Diego Glaus nella sua struttura-ambasciata. L’impresa sportiva correva parallela alla raccolta fondi per regalare ai bimbi di Katmandu una settimana di trekking. L’idea, sposata da Kam for Sud, aveva come slogan “Un franco per ogni chilometro”. E per ogni chilometro è arrivato quasi il doppio, grazie alla generosità di chi ha fatto confluire nelle casse della Ong del Locarnese non 2’700, bensì 4’500 franchi, consegnati nelle mani di Rajan Shrestha, coordinato­re locale dei progetti Kam for Sud in Nepal. «I soldi sono in buone mani, sappiamo con quale serietà lavora Rajan». Sono parole di Giovanni, il cui primo pensiero va ai bambini nepalesi: «Immagino con quale gioia accogliera­nno la notizia. Il trekking per noi è un’abitudine. Non per loro». Soldati sostiene che questo successo sia «di tutti, di chi ci ha sostenuto, moralmente, sposando la causa, anche sempliceme­nte parlando di noi». Silvia Lafranchi, coordinatr­ice progetti di Kam for Sud, è doppiament­e felice. «Il risultato è fantastico, questa somma garantisce il trekking a un numero ancor più elevato di bambini». Bimbi che non sanno ancora nulla: «Non volevo creare aspettativ­e, ora posso parlargli di Giovanni e Gionata. Se poi, come sembra, i nostri ciclisti si uniranno a loro per il trekking, immagino la gioia». Di quest’idea riferisce Gionata: «Sarà la primavera prossima, prima della stagione dei monsoni. Spero che Giovanni si unisca a me, anche se per lui il 2018 è l’ultimo anno di scuola. Ma almeno uno di noi li accompagne­rà». Silvia, intanto, ha consegnato a Shrestha gli indirizzi di tutti i benefattor­i, in modo che da Katmandu possano partire le cartoline di ringraziam­ento firmate dai bimbi della capitale. Il sorriso di Rajan dice più delle parole: «Ringrazio tutti. Sarà una grande opportunit­à per i ragazzi uscire dalla città e vivere a contatto con la natura». Tutto quanto raccolto in questa nobile storia è stato donato. Al netto di ogni spesa, sia chiaro. Anzi, per non scontentar­e nessuno, nemmeno la natura, l’ultimo passo compiuto dai due amici è stato pagare tramite myclimate.org la quota di rimborso per l’inquinamen­to prodotto dall’aereo che li ha portati a Bergen. Un’occhiata a quel sito è l’ultimo suggerimen­to che ci viene dai due amici. Due dai quali, in questi mesi, abbiamo imparato qualcosa.

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TI-PRESS Da sinistra, Silvia Lafranchi, Rajan Shrestha, Gionata e Giovanni

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