‘È stato un gesto folle’
Pentito il giovane che diede fuoco a una barca nel 2015, dopo un mix di alcol e droghe L’autore dell’incendio intenzionale condannato a 12 mesi sospesi: ha risarcito di tasca propria e s’è allontanato dagli stupefacenti.
Aveva compiuto i 18 da una settimana, l’anno che dovrebbe inaugurare il senso di responsabilità... eppure. Dall’inferno – aveva dato fuoco a una barca – è passato dal Purgatorio e, seguendo la metafora dantesca, si potrebbe dire approdato in Paradiso, visto che ora non solo ha espiato le proprie colpe ma ha pure ritrovato la retta via. Parliamo del giovane che il 2 agosto 2015 al porto comunale di Lugano, unitamente a un minorenne, si è macchiato del reato di incendio intenzionale: ha cosparso di benzina un natante, dandolo poi alle fiamme con il più comune degli accendini. Acciuffato la sera stessa da un impiegato comunale, il giovane ha ammesso le proprie responsabilità. Ieri al processo davanti alla Corte delle assise correzionali di Lugano (tra il pubblico, un capannello di amici) l’imputato ha raccontato di aver «fatto un mix di alcol, marijuana e amfetamina» e di aver commesso «un gesto folle». Il giovane è stato condannato a 12 mesi sospesi dalla giudice Rosa Item, presidente della Corte delle assise correzionali di Lugano (stessa pena richiesta dalla pp Chiara Borelli), in virtù del suo
ravvedimento e del suo singolare percorso che lo ha portato a risarcire completamente il danno – 6mila franchi –, a rimettersi sulla buona strada conseguendo una formazione e studi all’estero, e a chiedere scusa al proprietario della barca con una lettera «ma intendo incontrarlo per scusarmi di persona». Al
processo il giovane, oggi ventenne, ha detto di essersi accertato che sulla barca non ci fosse nessuno. Non solo ha confessato, ma si è pure curato e allontanato dalla droga dopo un trattamento ambulatoriale al centro Ingrado. L’autore, difeso dall’avvocato Andrea Simoni, si è insomma rimboccato le maniche e dopo
aver preso sul serio il proprio disagio ha richiesto aiuto allontanandosi definitivamente dall’uso di marijuana, amfetamine e cocaina. La giudice ha convenuto che il caso di ravvedimento è piuttosto raro, ma dopo il processo si è congedata dal giovane con un ulteriore monito: «Mi raccomando».