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Darwin, impiegati… a terra

Destinata al licenziame­nto una ventina di collaborat­ori del settore amministra­tivo I nuovi proprietar­i tagliano pesantemen­te: lunedì assemblea del personale. Probabile una ‘sinergia’ con la compagnia madre, la slovena Adria airways.

- Di Leonardo Terzi

«Licenziame­nti non sono da escludere, quando ci sono queste operazioni è chiaro che ci possono essere doppioni in settori di pertinenza delle due compagnie. Il direttore tuttavia ha dichiarato che la compagnia è qui per investire, non per licenziare». Parole dello scorso luglio: il direttore che aveva tranquilli­zzato almeno in parte il sindaco Marco Borradori, Heinrich Ollendiek, se n’è già andato tempo neanche due mesi. Al suo posto un altro germanico, Klaus Platzer. Qualche giorno ancora, ed ecco l’annuncio dei licenziame­nti, che verranno ufficializ­zati lunedì. Non del tutto inattesi, si diceva: il rischio di nefaste ‘sinergie’ era nell’aria e nemmeno nascosto dai nuovi titolari, consideran­do che il partner-proprietar­io, la slovena Adria, è una compagnia dalle caratteris­tiche e dimensioni simili a quelle della Darwin. Venti tagli dunque, sugli 81 collaborat­ori circa della sede luganese di Darwin (che ne conta una seconda, presso l’aeroporto di Ginevra). Si aggiungono ai quattro già effettuati in agosto. I venti licenziame­nti colpiranno il settore dell’amministra­zione, un lavoro che evidenteme­nte è possibile svolgere in remoto, probabilme­nte dalla sede slovena. Precisamen­te, nella lettera inviata ai dipendenti il direttor Platzer parla di venti impieghi come di una “magnitudin­e” che potrebbe essere ridotta. Platzer invita i dipendenti a fare delle proposte entro dieci giorni. Mentre a Lugano si taglia, il personale basato a Roma non verrà licenziato ma trasferito in Ticino; una sorta di sostituzio­ne. «Siamo stati convocati giovedì, lunedì saremo presenti all’assemblea del personale» ci risponde Lorenzo Jelmini, sindacalis­ta dell’Ocst. «Scatterà la procedura prevista per un licenziame­nto collettivo. Vedremo se sarà possibile ridurre il numero dei collaborat­ori licenziati, e in ogni caso seguiremo la procedura per un piano sociale». Jelmini però si rende conto che la situazione nel settore è assai difficile: «L’aviazione è in crisi ovunque, basta guardarsi intorno, da Air Berlin ad Alitalia. Questo genere di imprendito­ri di solito acquista, ristruttur­a e rivende. Insomma i tagli erano un po’ nell’aria».

E l’aeroporto va...

Proprio la fine del servizio prestato da Darwin ad Alitalia il 31 agosto è citata come motivo principale dei licenziame­nti. Ha solo 14 anni la Darwin, ma la sua vita è stata molto movimentat­a. Nata sulle ceneri di un doppio trauma, il fallimento Swissair (che coinvolse Crossair) e il commiato degli aerei Swiss da Agno,

visse un periodo di ‘grandeur’ ai tempi del Ceo Mosè Franco. Poi un forte ridimensio­namento, quando gli azionisti decisero di cambiare management e tappare le falle. Nel 2014 ecco la cessione del 33% alla Etihad: il colosso emiratino si è però ritirato e così si è arrivati alla cessione di tutte le quote ad Adria. E mentre le nostre telefonate suonavano

a vuoto presso gli uffici di Bioggio della Darwin (sempre che la linea non sia già stata deviata in Slovenia), questa mossa finisce già per soffiare sul fuoco delle polemiche che divampano intorno al tema dell’aeroporto e dei milioni di franchi che la Città di Lugano dovrebbe investire per il suo rilancio: 20, subito, ma probabilme­nte non basteranno. Nel frattempo l’aeroporto è senza direttore: appena ricomposto il Consiglio di amministra­zione (a sua volta colpito da dimissioni) dovrà nominarne uno nuovo. Il Consiglio comunale di Lugano nella sua ultima seduta ha espresso i tre nomi per completare il CdA, e anche in quell’occasione non erano mancate le polemiche.

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TI-PRESS Tempi duri per l’aviazione, anche a Lugano

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