La captazione a lago serve e a breve
Il Cantone è stato chiaro. ‘Un incidente avrebbe un impatto disastroso’, si rende attenti.
Il Consiglio di Stato è perentorio. E tutti nel distretto sembrano destinati a farsene una ragione. Il Mendrisiotto non può fare a meno di abbeverarsi anche dal Ceresio. In altre parole, la captazione a lago risulta essere “necessaria a breve termine, senza attendere l’ultimazione del collegamento delle reti”. Nei giorni scorsi il Cantone ha così corroborato quanto la Sezione protezione aria, acqua e suolo (o meglio l’Ufficio della protezione delle acque e dell’approvvigionamento idrico) a giugno aveva messo, nero su bianco, in una missiva indirizzata a Comuni e Consorzio Acquedotto regionale del Mendrisiotto (come anticipato da ‘laRegione’ dell’1 settembre).“Lo stato attuale degli acquedotti del comprensorio – ribadisce il governo rispondendo alle sollecitazioni della deputata dei Verdi Claudia Crivelli Barella – conferma la persistenza di criticità di approvvigionamento anche una volta ultimato il collegamento delle reti”. In effetti, si sottolinea, “l’esecuzione di queste opere, il contenimento delle perdite (peraltro già in atto da parte dei maggiori distributori e che dovrà essere perseguito permanentemente) e la riduzione dei consumi non saranno sufficienti a garantire un approvvigionamento quantitativamente sicuro”. Piano delle opere alla mano, la regione, come il resto del Ticino, si ritrova a fare i conti con la constatazione – visti i vari casi di inquinamento – che le fonti idriche a disposizione sono “strategicamente cruciali, ma anche vulnerabili”. E il sistema attuale, si fa notare, non appare sufficiente per fronteggiare un problema o una panne a una delle sorgenti importanti, come il Pozzo Prà Tiro fra Chiasso e Balerna o San Martino a Mendrisio. Non solo, il Mendrisiotto, ricorda il CdS, “presenta una realtà fortemente industrializzata e trafficata; l’aumentato rischio di inquinamento per una fonte di approvvigionamento primaria, dovuto alla forte urbanizzazione nelle sue vicinanze, deve essere debitamente preso in considerazione”. Ecco che l’autorità cantonale richiama in modo chiaro a riflettere: “Si può quindi immaginare quale disastroso impatto avrebbe un incidente a un’importante fonte di approvvigionamento di un territorio ben più ampio, densamente popolato e industrializzato come quello del Mendrisiotto”. D’altro canto, tiene a far sapere ancora il Cantone, una volta presentati i lavori e la proposta di pianificazione ai delegati nel corso di un incontro ad agosto il riscontro è stato “molto positivo”. Da lì, come ci aveva confermato il segretario consortile Marco Maffi, ha preso le mosse l’intenzione di aprire una consultazione. Sulle prime, infatti, non tutti i Municipi sono sembrati desiderosi di accelerare i tempi, come richiesto. Oggi si è pronti, però, a muovere anche in altre direzioni a tutela del patrimonio idrico. Sul tavolo c’è un progetto, AquaProTi, al quale collaborano i servizi cantonali e la Supsi e che ha visto aderire diversi Comuni locali. Obiettivo: diffondere contatori ‘intelligenti’ utili a regolare i consumi e a reagire a guasti e perdite.