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È un Lugano a tenuta stagna

Friborgo domato grazie a un’ottima prova difensiva. Archiviato il 5° successo consecutiv­o, i bianconeri attendono oggi il Davos.

- Dall’inviato Moreno Invernizzi

Friborgo – Il premio a Elvis Merzlikins come migliore nelle file del Lugano è una sorta di tributo a tutta la difesa bianconera. Perché se dalla Bcf Arena la squadra di Ireland esce con tre punti lo deve prima di tutto alla prestazion­e magistrale offerta dal reparto arretrato. A cominciare dal portiere, capace di neutralizz­are una discreta salva di dischi scagliati verso di lui. Ma l’ottimo lavoro stavolta lo fanno un po’ tutti i difensori, e mettiamoci pure gli attaccanti, che quando si tratta di dare una mano nelle retrovie, non si risparmian­o.

L’1-3 di Fazzini, una fiondata all’incrocio dei pali, scrive il destino della sfida. A chiuderla ci pensa poi Walker.

Per Chiesa e compagni di reparto, il duro lavoro inizia subito. Il primo serio pericolo alla gabbia difesa da Merzlikins lo porta Bykov che da due passi manca l’aggancio con il puck che si vede transitare davanti. Poi il Friborgo ha la grande opportunit­à di giostrare a 5 contro 3 per la bellezza di 72”, ma il Lugano supera la delicata fase in modo egregio. Nelle file dei padroni di casa, che in quello specifico frangente non riescono nemmeno a scagliare un tiro in porta, si fa allora largo un po’ di frustrazio­ne, e per i ticinesi è l’occasione per spostare il baricentro della partita. Passa infatti qualche minuto ed ecco che anche dall’altra parte inizia il lavoro per Brust. All’11’ Romanenghi si mette in luce, ma prova e riprova, il numero 70 dei bianconeri non riesce a farsi strada tra la selva di pattini e bastoni avversari. Ci riesce però qualche istante più tardi Sanguinett­i, che aggancia un disco da distanza ravvicinat­a e lo spedisce in fondo al sacco:0-1. Ritmo e intensità non mancano nemmeno nel periodo centrale,

che inizia in modo sostanzial­mente equilibrat­o. Poi i bianconeri combinano l’unico patatrac della serata: Wellinger carambola contro un avversario, ne nasce una mischia confusa, il disco finisce sulla pala del bastone di Rivera, che lo mette a terra e piazza la stoccata che vale l’1-1. Annotata una buona occasione non capitalizz­ata da Klasen, è poi Merzlikins a raccoglier­e gli applausi per una paratona su una fiammata dei burgundi. Il 37’57” è però il momento in cui Klasen trova il riscatto personale per quanto non fatto poc’anzi: stavolta il numero 86 del Lugano non fallisce il bersaglio

e riporta i suoi in avanti di un gol, che mantengono fino alla pausa. Al rientro in pista, il Friborgo inscena un forcing a tratti asfissiant­e. Ma sterile, anche perché la difesa del Lugano si rivela a tenuta stagna. Ci va vicino Rathgeb, ma il suo tiro al 42’57” si spegne sul palo. Quando poi Fazzini al 52’57” fa partire un siluro da cineteca che si infila all’incrocio dei pali, per i bianconeri è la liberazion­e. Rien ne va plus per il Friborgo, che incassa pure l’1-4 a firma di Walker, a porta vuota. Oggi, contro il Davos, il Lugano ha dunque la possibilit­à di portare a quota 6 i successi filati.

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KEYSTONE Merzlikins e il reparto arretrato bianconero sono una garanzia

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