Manca il contropotere in Africa: un dittatore può nasconderne un altro
La storia ci insegna che una lotta tra potere e contropotere è sempre esistita. I rivoluzionari più nobili e più idealisti, una volta al potere, diventano caricature dei dittatori o dei dirigenti che hanno spodestato. La dittatura di Fidel Castro, per esempio, non è stata molto migliore di quella di Batista. Lo stesso vale per la Cina maoista. Ciò non significa che Castro, o perfino Ugo Chavez siano malintenzionati; evidenziano però il vero problema, ossia la tentazione del potere. Questione di misura Tutti conoscono l’affermazione: «il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente». Certo, un potere serve, poiché l’anarchia non è né uno stato naturale né un contesto desiderabile. Come frenare questa tendenza nefasta? Più si studiano il potere e le sue dinamiche, più se ne comprendono l’utilizzo, la funzione e la psicologia, più si comprende che il problema risiede nella natura e nella struttura stessa del potere e che vi è urgente bisogno di adottare strumenti di contropotere. Il ruolo del contropotere della società civile consiste quindi nel tentare d’influenzare e incoraggiare il rispetto delle norme costituzionali, civili e dei diritti dell’uomo. Uno dei partigiani più celebri della teoria neorivoluzionaria del contropotere è stato John Holloway nel suo famoso libro ‘Cambiare il mondo senza prendere il potere’. Secondo lui, ognuno può cambiare il mondo con atti di resistenza radicati nel quotidiano. L’obiettivo è quindi di provare a creare un meccanismo che controlli il potere costituito. Negli ultimi anni in Africa l’alternanza democratica si sta sviluppando, nonostante otto dittatori ancora aggrappati al potere da più di 20 anni. Da molti anni ormai alcuni dirigenti africani soddisfano la propria sete di potere eterno. L’Africa avanza sul cammino della democrazia pluralista e dell’alternanza politica, nonostante la resistenza di alcuni dirigenti, in particolare nell’Africa subsahariana. - Guinea equatoriale: Teodore Obiang Nguema Mbasogo, al potere da 37 anni - Angola: José Eduardo dos Santos, al potere da 37 anni - Camerun: Paul Biya, al potere da 34 anni - Uganda: Yoweri Museveni, al potere da 31 anni - Zimbabwe: Robert Mugabe, al potere da 29 anni - Muammar Gheddafi, che ha imposto le proprie visioni alla Libia dal 1969 – i fratelli Castro dal 1950 ad oggi. - Repubblica democratica del Congo (Rdc): Joseph Kabila, al potere da 16 anni - Algeria: Abdelaziz Bouteflika, al potere da 17 anni. In nessuno di questi Paesi le rivoluzioni o i cambiamenti hanno potuto offrire al popolo l’utopia promessa. È evidente che questo non succederà dall’oggi al domani! Ma continuo a pensare che l’educazione, la valorizzazione delle culture nazionali, il rispetto dell’essere umano nella sua diversità sono i primi strumenti di questa democrazia che tutti attendono senza spesso conoscerne il funzionamento, i diritti che garantisce e i doveri che implica. In conclusione, è importante ricordare che la democrazia rappresenta un’attività dinamica e costante, non certo una situazione di stasi. Uno degli aspetti importanti della democrazia è indubbiamente costituito dalla partecipazione politica dei cittadini nel votare i propri leader e nell’esercitare controllo sui processi decisionali.