laRegione

Dentro il governo, fuori dalle lobby!

- Di Matteo Caratti

Imbarazzan­te inciampo per il neo-ministro degli Esteri Cassis. A nove giorni dall’elezione a consiglier­e federale, senza che lo si sapesse, ha bussato alla porta della Pro Tell, la lobby che cura gli interessi di chi detiene armi, entrando a farne parte. Che c’è di strano? Uno, che lo abbia fatto; due, che lo abbia fatto a una manciata di giorni dal verdetto dell’Assemblea federale; tre, che lo abbia fatto in punta di piedi; quattro, che non abbia considerat­o gli effetti boomerang sul Cassis ministro e probabile responsabi­le degli Esteri. Evidente la sua volontà di guadagnare consensi sulla destra. Ma, se lo avessero saputo la sinistra e il centro, che lo hanno preferito ai due concorrent­i, lo avrebbero votato? Si pone quindi un problema di trasparenz­a. Ma di problema ce n’è un secondo. La lobby delle armi, come tutte le associazio­ni, persegue legittimam­ente interessi ben precisi, che possono entrare in rotta di collisione con il lavoro che un membro di un governo collegiale deve svolgere. Pensiamo in casu proprio al campo minato delle relazioni con l’Ue. In definitiva è anche questione di tatto, che deve indurre un membro dell’esecutivo a non agganciars­i direttamen­te ad alcun carro (armato e non), pur avendo una propria linea e una propria personalit­à politica. Cassis, spiace dirlo, bussando ed entrando a far parte di una nuova lobby, ha sbandato. Prima ancora di aver terminato i famosi 100 giorni di grazia. Un tiro da correggere.

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