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Bici, quella pista va allungata

Sono in aumento le piste ciclabili sul suolo cantonale. Bruno Storni: ‘Ma si potrebbe fare di più’

- di Giacomo Rizza

Molto si è fatto, ma altrettant­o si potrebbe fare. Bruno Storni, presidente dell’Associazio­ne traffico e ambiente, rilancia le piste ciclabili e aggiunge: i Comuni devono fare di più.

Dalla parziale revisione della legge sulle strade adottata nel 2012, non tutti i progetti proposti dal Cantone sono stati attuati. ‘Perché i Comuni tergiversa­no’.

«In Ticino si sta lavorando su molti fronti, ma è chiaro che si potrebbe fare molto di più, abbiamo un forte ritardo da recuperare». È questa in sintesi l’opinione del deputato socialista e presidente dell’Associazio­ne traffico e ambiente Bruno Storni, che nel 2012 funse da relatore della Commission­e speciale della pianificaz­ione del territorio sulla revisione parziale della Legge sulle strade, approvata a gennaio 2012 dal Consiglio di Stato. La motivazion­e portante di tale modifica riguardava le disposizio­ni dei percorsi ciclabili, per le quali il Cantone segnalava difficoltà nella loro messa in opera, in particolar­e per le ciclopiste di interesse regionale di competenza dei Comuni. Le nuove basi legali, insieme a un potenziame­nto delle risorse umane, dei finanziame­nti e alla composizio­ne di un gruppo strategico diretto da Claudio Zali, diedero alle autorità cantonali l’onere di pianificar­e anche i percorsi regionali, oltre a quelli di interesse nazionale e cantonale. Tenendo in consideraz­ione i contenuti dei Programmi d’agglomerat­o, i percorsi regionali (piste ciclopedon­ali bidirezion­ali, strade con corsie apposite e strade secondarie o di quartiere con poco traffico e spesso provviste di moderazion­i o zone 30) sono dunque pianificat­i dal Cantone tramite le Commission­i regionali dei trasporti. Le autorità cantonali possono esigere un contributo ai Comuni interessat­i fino al 50% della spesa, mentre prima della modifica erano gli enti locali che, realizzand­o queste opere, potevano chiedere al Cantone un sussidio fino al massimo del 50%. «In questi anni il Gran Consiglio ha pianificat­o strutture e votato diversi crediti a favore dei percorsi regionali, ma poi devono essere anche i Comuni ad agire – precisa Storni –. Spesso si ritardano le realizzazi­oni o addirittur­a non avvengono perché gli enti locali non concretizz­ano, e siamo quindi fermi al palo. In particolar­e questo avviene nei grandi centri urbani, per esempio a Lugano dove si è fatto un nuovo Piano viario senza però creare spazi per corsie o piste ciclabili. È proprio una questione di mentalità» prosegue Storni, che aggiunge: «Non si è ancora capito che la bicicletta riduce il traffico e l’inquinamen­to, migliorand­o la qualità di vita. Spesso si banalizza e non ci si vuole rendere conto di questo aspetto, oltretutto chi pedala regolarmen­te vive più a lungo e in salute. Inoltre, con i mezzi elettrici, non c’è neanche più la scusa della salita». Nonostante i frequenti ritardi nell’attuazione dei percorsi, giustifica­ti in parte dalle molteplici fasi progettual­i (dallo studio di fattibilit­à al progetto di massima fino a quello esecutivo), il cre-

Sessanta i progetti regionali in cantiere

dito di 31 milioni stanziato dal Cantone nel 2013 ha comunque portato alla realizzazi­one di diverse opere. «Laddove si è costruito il numero di ciclisti che utilizza i percorsi è alto. Per esempio sul ponte Brolla passano fino a 4’000 bici al giorno». Cosa ancora va migliorato? «A mio parere bisogna rendere i percorsi ancor più lineari, sicuri e, dove possibile, pianeggian­ti e soprattutt­o collegati tra loro. Alcune tratte non hanno infatti continuità, riducendo l’attrattivi­tà delle bici per i pendolari, anche se – conclude Storni – bisogna dire che quelli che utilizzano la bici per recarsi al lavoro iniziano a crescere». Attualment­e la rete ciclabile presente in Ticino (percorsi nazionali, cantonali e regionali) conta circa 360 chilometri, di cui 325 inseriti nella rete per il traffico lento di SvizzeraMo­bile. Vi sono però ancora 60 progetti regionali in corso che, una volta completati, raddoppier­anno i chilometri destinati ai ciclisti portandoli a 560.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE

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