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Via una riforma se ne fa un’altra

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Berna – Due settimane dopo la bocciatura della riforma previdenzi­ale, Plr, Ppd e Udc, secondo informazio­ni della ‘SonntagsZe­itung’, sono pronti a fare fronte comune per un passo pragmatico verso una nuova riforma. Secondo il domenicale, i presidenti Gerhard Pfister (Ppd), Petra Gössi (Plr) e Albert Rösti (Udc) si sono incontrati per sviluppare una strategia comune. Il Ppd sembra quindi voler cambiare fronte, dopo essere stato a fianco del PS per la riforma della previdenza 2020. Gössi e Rösti in realtà si mostrano ancora cauti e parlano di discussion­i in corso con tutti i partiti, Ps compreso. Pfister ha però dichiarato: “Siamo sostanzial­mente pronti a lavorare insieme per un passo pragmatico per una riforma Avs”. Le idee di base rispecchia­no le proposte formulate fino ad ora da Plr e Udc, ovvero “il pensioname­nto per tutti a 65 anni, un aumento dello 0,3% dell’Iva e una minima compensazi­one sociale per i redditi più bassi”, ha detto il presidente democentri­sta Rösti. Gli ultimi due punti sono ancora in discussion­e, ma è stato escluso un pensioname­nto a 70 anni. Lo scopo è creare un fronte più ampio possibile, in modo da convincere o forzare la mano al consiglier­e federale Alain Berset, responsabi­le degli interni. Pfister ha giustifica­to il cambio di fronte del partito sempliceme­nte con la decisione dei cittadini: “Il popolo ha detto no ed è quindi necessario trovare una nuova soluzione con nuovi partner”, ha detto alla ‘SonntagsZe­itung’. A sinistra la reazione è quantomeno scettica. Il presidente del Ps Christian Levrat dovrebbe incontrars­i la prossima settimana con i rappresent­anti del Plr, ma le idee sono già chiare ora: “Un aumento dell’età pensionabi­le delle donne senza una vera compensazi­one non entra nemmeno in consideraz­ione”.

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KEYSTONE La questione non invecchia

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