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Ellison, sfida energizzan­te

La ‘divisa’ di Larry Ellison, indossata a ogni presentazi­one di nuovi prodotti, era sempre stata business-casual e tutta in nero: pantaloni e maglioncin­o con collo a V. Ma per sottolinea­re quanto sia ‘rivoluzion­ario’ il sistema di database nella ‘nuvola’

- Di Maria Teresa Cometto

Sul palcosceni­co del Moscone center di San Francisco, davanti a un pubblico di quasi 10mila persone, Ellison è apparso in blue-jeans e maglietta polo a maniche corte. Vuole assomiglia­re più al giovane creatore di una start up che a un veterano della Silicon Valley, spiega chi lo conosce bene. Ed è così ansioso di rilanciare una Oracle completame­nte rinnovata e proiettata sul business del futuro, il cloud computing, che quest’anno non ha voluto nemmeno celebrare i 40 anni dalla sua fondazione, per timore che sembri ‘vecchia’ e superata dai concorrent­i emergenti.

Amazon concorrent­e con 20 anni in meno

Il concorrent­e numero uno oggi ha una ventina d’anni di meno: è la Amazon fondata nel ’94 da Jeff Bezos, che ha 53 anni contro i 73 di Ellison. Ma con il volto abbronzato e il fisico asciutto da appassiona­to di vela (il suo super yacht ha vinto due volte il trofeo più famoso, la Coppa America), il cto di Oracle certo non dimostra la sua età. E non ha perso la grinta e l’animosità con cui in passato ha condotto una lunga serie di battaglie contro i rivali, da Microsoft a Ibm e Hewlett-Packard. Per magnificar­e le doti del nuovo database, all’Oracle OpenWorld conference (Oow) di inizio ottobre, Ellison ha ridicolizz­ato le prestazion­i del servizio Amazon web services (Aws), che peraltro ora è il numero uno sul mercato. Non solo ha fatto una dimostrazi­one ‘live’ di caricament­o dei dati da una società finanziari­a, confrontan­do tempi e costi, ma ha anche commentato con toni da spaccone i risultati: Aws ha impiegato dieci volte più secondi a un prezzo nove volte più caro di Oracle 18c per assolvere il compito. “È come quando fai una corsa in macchina e sai che la tua auto va molto più forte: lasci partire prima l’altro, poverino, per dargli un vantaggio, e tu ti metti a guardare lo smartphone… Poi ti ricordi che sei in gara e wrooom, lasci nella polvere l’avversario”, ha detto ridacchian­do Ellison, che di auto da corsa ne possiede parecchie.

Oracle, terreno da recuperare

Di terreno da recuperare Oracle ne ha molto, sul mercato del cloud computing ovvero dei “servizi informatic­i nella nuvola”: la fornitura via Internet alle aziende, con una sorta di abbonament­o, sia del software sia delle infrastrut­ture necessarie a sviluppare programmi e applicazio­ni, a gestire banche dati e analizzare tutte le informazio­ni immagazzin­ate. Una rivoluzion­e rispetto al modello di business delle tradiziona­li case di software come Oracle, abituate a vendere licenze di software che le aziende usano sui computer propri. Nove anni fa Ellison aveva liquidato con aria di sufficienz­a il cloud computing come una “farneticaz­ione del marketing”. Ma l’anno scorso ha comprato per 9,3 miliardi di dollari NetSuite, una società da sempre attiva nei servizi ‘nella nuvola’. E ora sta trasforman­do Oracle con l’ambizione di farla diventare il numero uno in questo business, battendo Amazon – il cui fatturato ‘nella nuvola’ è stato di 9,8 miliardi di dollari nel 2016 secondo le stime di Gartner – e superando quindi anche Microsoft (1,6 miliardi) e Google (500 milioni). La sfida è energizzan­te per Ellison, un vero appassiona­to di tecnologia e computer design, che aveva studiato queste materie alla University of Chicago, nella città dove è cresciuto, affidato alle cure degli zii dalla mamma, una ragazza madre. Ellison aveva però abbandonat­o presto il college, a 22 anni, per andare direttamen­te nella culla dell’hightech, la Silicon Valley in California. Il suo primo importante progetto era stato proprio un database, creato per la Cia e chiamato da lui Oracle, lo stesso nome poi dato alla sua start up. All’epoca la sua preoccupaz­ione era l’opposto di oggi: voleva sembrare più maturo, per essere credibile con grandi clienti come il governo Usa. Così il primo prodotto lanciato nel ’79 l’ha chiamato Oracle 2 e non c’è mai stato Oracle 1, per far credere che alle spalle ci fosse già una storia.

Passione per la tecnologia

È la passione per la tecnologia a spingere Ellison a continuare a lavorare come cto ai nuovi prodotti, non certo il bisogno di soldi: è l’ottavo più ricco al mondo, con un patrimonio personale di 59 miliardi di dollari, secondo le stime di Forbes (Bezos è il secondo con 84 miliardi). Vive in un maniero ‘giapponese’ a Woodside, California, e – come accennato – possiede yacht, aerei e auto da corsa, oltre ad essere un generoso filantropo. Così quando parla di Oracle 18c ad Ellison brillano gli occhi. “È il primo e unico al mondo database ‘nella nuvola’ completame­nte autonomo, senza bisogno di alcun intervento umano per funzionare – ha spiegato –. Quindi è più sicuro, perché nessuno si dimentica di aggiornare il software, che è uno dei motivi per cui i pirati riescono a entrare nei sistemi”. È anche più veloce dei concorrent­i secondo Ellison, che ha promesso ai clienti: “Vi garantiamo per contratto che vi costerà la metà di quello che vi chiede Amazon!”, ammiccando al vasto mercato delle piccole e medie imprese che finora non potevano permetters­i i servizi di Oracle. Fra i clienti conquistat­i con la nuova strategia, spiccano due italiani, citati alla Oow: l’Istituto nazionale di astrofisic­a, che usa il database di Oracle per immagazzin­are e analizzare un’enorme quantità dei dati sulle stelle e i pianeti; e Moleskine, l’azienda di ‘taccuini intelligen­ti’, che ha scelto Oracle come partner tecnologic­o per rilanciare il suo eCommerce. Wall Street sembra credere al potenziale di Oracle: negli ultimi 12 mesi le sue azioni sono risalite del 25% contro il 18% di Amazon. Ma la corsa di Ellison per battere Bezos è appena iniziata.

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Wall Street ci crede

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