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Federer-Nadal, si va sul 4-0

Lo spagnolo è con merito n. 1 al mondo, ma Roger nei confronti diretti del 2017 è senza pietà: trionfo in 2 set anche a Shanghai

- Di Marzio Mellini

Li ammiri mentre sorridono e si scambiano battute e confidenze, al momento della premiazion­e, e per un attimo dimentichi che qualche minuto prima se le sono date di santa ragione, in campo, per l’ennesimo duello tra i due campioni che sintetizza­no l’apice del tennis moderno, più e meglio di chiunque altro, assenti di lusso compresi. Al termine della singolar tenzone numero 38 della loro infinita carriera (Rafa conduce ora 23-15) si concedono ai ringraziam­enti di rito e a qualche frasetta in cinese, per strappare un’ultima risata, un ultimo fragoroso applauso da parte degli appassiona­ti di Shanghai, ripagati dalla finale più attesa, corta, ma pur sempre un piacere per gli occhi, a prescinder­e da chi la spunta. L’ha spuntata Roger Federer, una volta di più, al quarto successo stagionale contro il rivale e amico, su quattro tentativi (6-4 6-3 in soli 73 minuti). Nei duelli diretti Roger si dimostra più forte, anche se a Nadal va riconosciu­to l’onore delle armi (sempre e a prescinder­e) e lo statuto di numero uno meritato e riconquist­ato con il sudore e con un tennis quasi irresistib­ile.

Sesta vittoria dell’anno

Quasi, appunto. Ed è sulle conseguenz­e di questo avverbio che si consuma l’eterna sfida tra i due più forti tennisti al mondo, e probabilme­nte di sempre. Nadal è tornato a dettare legge: è numero uno – con merito – perché ha giocato di più ed è stato più costante. Federer in stagione lo ha sempre battuto (a partire dalla finale di Melbourne), ed è giunto al quinto successo filato nei suoi confronti, anche se nel ranking lo tallona ormai da piuttosto lontano: il ritardo è di 1’960 punti. Galeotto fu l’ormai famoso acciacco alla schiena che ne ha rallentato la poderosa falcata in direzione

della prima poltrona mondiale, destinata ad ospitare il maiorchino almeno fino ai primi scampoli di un 2018 che già si preannunci­a appassiona­nte. Anche perché farà registrare il ritorno di Novak Djokovic e Andy Murray. Federer e Nadal, intanto, non ne fanno sentire la mancanza. Si sono spartiti i titoli principali. A New York Roger era a mezzo servizio, mentre Nadal in grande spolvero. A Shanghai entrambi hanno indossato il vestito della festa e, secondo la logica di questa incredibil­e annata, ha vinto ancora una volta il basilese, intrattabi­le ora che ha finalmente capito come venire a capi del gioco mancino e arrotato dell’amicone, che sembra invece non capire bene quali pesci pigliare, quando davanti gli si para il Sommo, aggressivo ed efficace da togliergli il tempo di preparare i colpi. Per Federer è la sesta vittoria stagionale. Ha conquistat­o il 94esimo torneo della carriera, il secondo al Masters 1000 di Shanghai, dove vinse già nel 2014. Ha raggiunto Ivan Lendl, davanti c’è solo Jimmy Connors, forse irraggiung­ibile a quota 109. «Non ero per niente nervoso – ha spiegato il basilese –. Sapevo cosa dovevo fare. Aver cominciato bene la partita mi ha facilitato il compito. Tutto si è svolto a meraviglia. Se penso che più o meno un anno fa eravamo entrambi fermi, all’inagurazio­ne dell’accademia di Rafa... nessuno avrebbe potuto immaginare una stagione del genere. Ci sono ancora un paio di belle cose da fare, spero che avremo modo di rivederci presto». Il calendario offre e Federer la possibilit­à di incamerare 3’000 punti, ma è solo speculazio­ne: a Basilea (500) è certo di andare, a Parigi-Berçy, ultimo Masters 1’000 della stagione, potrebbe per contro anche decidere di rinunciare, per preparare al meglio la grande chiusura di Londra, le Atp Finals, alle quali non può che presentars­i da favorito. Il numero uno può attendere. Arriverà con le vittorie. E ce ne sono almeno ancora due da conquistar­e, prima di salutare un 2017 sempliceme­nte pazzesco.

Sharapova torna al successo

Maria Sharapova ha vinto a Tianjin il titolo Wta a oltre due anni e mezzo dall’ultima volta. La giocatrice russa (Wta 86) ha sconfitto 7-5, 7-6 la 19enne bielorussa Aryna Sabalenka (Wta 102). Per la siberiana è il 36esimo trofeo in bacheca, a oltre due anni dal titolo conquistat­o a Roma nel 2015.

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KEYSTONE Rivalità che fa bene al tennis

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