laRegione

Politici e conflitti d’interesse

- Di Fiorenzo Dadò, presidente Ppd

Segue da pagina 3 Il problema rimase ancora una volta irrisolto, anche se non venne negato nemmeno in quell’occasione. La maggioranz­a dei colleghi, pur confermand­o la necessità di porvi rimedio, dichiarò che andava affrontato in modo diverso, cioè attraverso la singola modifica delle leggi settoriali delle aziende dello Stato, a seconda delle necessità. Questa logica lascia intendere che per quel che riguarda i conflitti d’interesse nell’esercizio del controllo da parte dei politici delle attività di Aet, Banca Stato, Eoc e Azienda dei rifiuti, vi siano dei distinguo importanti. Quali siano queste sostanzial­i differenze sfido chiunque a spiegarcel­o. Nel passato la questione sembra non suscitasse grande imbarazzo e clamore, tanto che se ne videro un po’ di tutti i colori, nel silenzio tombale persino della stampa. Non sono poi tanto rari gli episodi nei quali un deputato interveniv­a con nonchalanc­e durante il dibattito, nonostante si trovasse in palese conflitto d’interessi. Con la proposta odierna non si tratta di esagerare nel porre paletti e restrizion­i, che se portati all’eccesso non farebbero che scoraggiar­e i cittadini nel mettersi a disposizio­ne della comunità. Qui si tratta di fare finalmente trasparenz­a nel rapporto che ci deve essere tra il controllor­e e il controllat­o, in particolar­e trattandos­i di aziende pubbliche di proprietà dei cittadini. Il rapporto del collega Jacques Ducry, consultabi­le sul sito del Cantone, spiega in modo semplice ed esaustivo di cosa si tratta. In pratica si vuole inserire nella legge il divieto per i parlamenta­ri di sedere contempora­neamente nei Consigli di amministra­zione delle aziende pubbliche che sono tenuti anche a controllar­e. Sappiamo che il Ticino è piccolo, le persone che si mettono a disposizio­ne per occuparsi della cosa pubblica non sono molte e quelle che lo fanno sono costrette a impegnare gran parte del loro tempo libero, dividendos­i contempora­neamente anche in altre attività. È pertanto più facile di quanto si possa immaginare che una persona impegnata in politica venga a trovarsi suo malgrado confrontat­a con un potenziale conflitto d’interesse. Secondo noi, almeno laddove è possibile, va evitato, modificand­o in modo chiaro la legge.

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