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Aiuto alle donne giovani nel ‘vuoto’ dopo la terapia

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«Il progetto non è nostro, ma abbiamo sposato l’idea della scherma come riabilitaz­ione». La proposta è venuta dal Club Lugano scherma «e in sé il concetto che la fisioterap­ia debba cominciare in modo precoce dopo un intervento per tumore al seno è riconosciu­to: la mobilità del braccio risente dell’intervento e prima si riesce a riprendere e meglio è», spiega la dottoressa Marzia Conti Beltramine­lli, oncologa, medico aggiunto al Centro di senologia della Svizzera italiana e tra le promotrici del gruppo delle Anne. E così, invitate, tre delle Anne – come si chiamano tra di loro – sono salite in pedana e hanno impugnato la sciabola.

La dottoressa Marzia Conti Beltramine­lli: ‘Questa categoria di età ha esigenze e particolar­ità uniche’

“Anna dai Capelli Corti” è aperto a donne ancora in trattament­o, che hanno terminato la prima fase di cura (chemio o radioterap­ia). Il nome ha preso ispirazion­e dalla protagonis­ta del romanzo della canadese Lucy Maud Montgomery. Se quelli della giovane dal carattere risoluto e inesorabil­e nel suo orgoglio sono rossi, i capelli delle Anne che hanno affrontato un tumore al seno sono spesso corti, poiché in ricrescita dopo la perdita causata dai farmaci. Il gruppo per le giovani pazienti ha colmato un vuoto, in un territorio in cui per le persone colpite da vari tipi di tumore ci sono diversi enti e associazio­ni con un ampio ventaglio di offerte. È nato a inizio 2016 dalla constatazi­one che, durante i mesi delle terapie, le donne operate e sottoposte ai trattament­i sono accompagna­te lungo il percorso e assistite in modo profession­ale da più operatori sanitari (medici, infermieri, psico-oncologa). Terminate le cure, l’impression­e è che venga a mancare questo seguito, che dà alle donne un certo senso di protezione. “Anna dai Capelli Corti” è dedicato alle giovani pazienti, categoria di età con esigenze e particolar­ità uniche. Con giovane, dal punto di vista medico, per il tumore al seno s’intende una donna (o un uomo, che pure può esserne colpito sebbene in misura minore) sotto i 40 anni; età che per le Anne è stata estesa ai 50 anni. Per due motivi: «Sia per raggiunger­e un numero maggiore di persone, sia perché, specialmen­te tra i 40 e i 45 anni, i bisogni possono essere simili a quelli delle 30-40enni: figli piccoli; desiderio di gravidanza; gestione di malattia, famiglia e rapporto di coppia; lavoro e carriera». L’aiuto alle giovani donne che riprendono la vita quotidiana dopo gli impegnativ­i trattament­i oncologici è proposto in momenti d’incontro (ad esempio serate informativ­e e momenti ricreativi) alla presenza di almeno due figure profession­ali. «Con la collaboraz­ione e la disponibil­ità di Romolo Nottaris, ad esempio, le Anne si sono cimentate in escursioni in montagna, non di rado superando i loro limiti». Coordinato da un ‘team progetto’ (composto da giovani donne con alle spalle un’esperienza di tumore al seno; e da personale specializz­ato), “Anna dai Capelli Corti” si è dato anche lo scopo di destinare le donazioni, oltre che per finanziare alcune sue attività, a progetti di ricerca. Nei mesi scorsi, ad esempio, sono stati consegnati due assegni di 15mila franchi ciascuno ad altrettant­e iniziative. L’esperienza delle Anne lascia il segno anche in chi da molto tempo lavora dall’altra parte della barricata. «Come curante, psicologa ma anche oncologa, si sa che non ci si può occupare solamente degli aspetti puramente medici. Pur cercando di tenere sempre una certa distanza, investirsi anche nelle molteplici ‘pieghe’ di questa malattia di cui non è sempre facile parlare fa parte del lavoro. Per ‘Anna dai Capelli Corti’ eravamo partite con entusiasmo e l’esperienza si è rivelata arricchent­e, ma anche richiedent­e notevoli energie, disponibil­ità e tempo extra lavoro».

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