laRegione

‘Ho scelto chi faceva più interventi, non era in Ticino’

-

Da poco in pensione, il destino gli ha rovesciato addosso una tegola: tumore maligno al polmone da asportare. Maurizio (63 anni) del Sottocener­i, ex dipendente di un istituto di credito, poteva operarsi all’ospedale San Giovanni di Bellinzona, ma ha deciso di prendere il treno per San Gallo. Ci spiega perché, ma chiede l’anonimato. «Quando ho saputo del tumore ero davvero disperato, volevo il chirurgo migliore e mi sono informato. Ho cercato chi faceva più interventi e disponeva dell’équipe migliore. Anche il più bravo può sbagliare, ma così mi sentivo più sicuro». I medici curanti gli espongono le varie possibilit­à. «Non mi hanno spinto ad operarmi fuori dal Ticino, ma fra le righe ho capito che oltre San Gottardo c’era più manualità». Altri fattori concorrono nella decisione. «Non sono mai stato ricoverato – a parte due punti alla gamba da bambino –, ma ho avuto una brutta esperienza in due ospedali del Sottocener­i, dove entrambi i miei genitori sono deceduti dopo un intervento». Maurizio è (forse) un poco prevenuto. «È brutto dirlo, ma mi ha anche infastidit­o lo stile alla italiana (noi diciamo a pesci in faccia) dell’équipe medica, del personale infermieri­stico, non tanto del primario». Poi c’è il tamtam. «Ne ho parlato con due amici che avevano fatto lo stesso intervento: uno in Ticino e aveva grandi cicatrici sul petto; l’altro a Nord e aveva ferite più piccole. Questo mi ha influenzat­o». La lingua non l’ha scoraggiat­o: «Parlo il tedesco, ma quando si tratta di sopravvive­nza non sono lingua o cibo a fare la differenza». Maurizio è stato operato un anno fa, ha fatto 4 giorni di cure intense e altrettant­i di ospedalizz­azione. Il costo supplement­are è stato l’hotel della moglie.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland