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Avvitament­i politico-giudiziari

In parlamento rimandata alla seduta di novembre la decisione sul sistema di nomina dei magistrati Ducry innesca il dibattito sulla prevista commission­e. Agustoni: se il rinvio serve a consolidar­e il consenso... ok.

- Di Andrea Manna

«Se per finire questo rinvio, a cui mi sono opposto, serve a consolidar­e il consenso sulla proposta di costituire la ‘Commission­e giudiziari­a’, allora ben venga. Nel settore giustizia è importante che i progetti di riforma siano il più ampiamente condivisi». È un Maurizio Agustoni all’apparenza serafico e conciliant­e quello che commenta, sollecitat­o dai cronisti, quanto accaduto pochi minuti prima nell’aula del parlamento. Per sapere come cambierà il sistema di elezione dei magistrati in Ticino bisogna attendere ancora. Fino alla prossima seduta del Gran Consiglio, che si aprirà il 6 novembre. Slitta così il voto del Legislativ­o cantonale sui rapporti usciti, dopo un paio d’anni abbondanti di discussion­i e audizioni, dalla speciale commission­e parlamenta­re incaricata di rivedere, alla luce di iniziative e mozioni, le modalità di reclutamen­to di procurator­i pubblici e giudici. Due i rapporti. Quello di maggioranz­a, stilato dallo stesso Agustoni, capogruppo del Ppd, e firmato in commission­e oltre che dai popolari democratic­i, dai liberali radicali e dai socialisti: chiede di mantenere il Gran Consiglio quale autorità di designazio­ne delle toghe, suggerendo comunque una serie di correttivi. E il rapporto di minoranza della democentri­sta Lara Filippini, sostenuto dalla Lega: sollecita l’elezione popolare di tutti i magistrati (ergo: non solo dei giudicanti come avveniva un tempo). Ieri pomeriggio doveva essere la volta buona. Il giorno nel quale decidere la procedura di nomina di pp e giudici: statu quo con correttivi o verdetto popolare. Invece no. Se ne riparlerà il prossimo mese, a meno di nuove sorprese. A originare il rinvio dell’evasione del dossier, e non certo per volontà del relatore di maggioranz­a, è stata una delle «misure migliorati­ve» del sistema vigente, come le ha definite Agustoni. Ovvero l’istituzion­e di una ‘Commission­e giudiziari­a’ che, si spiega nel rapporto del capogruppo del Ppd, dovrebbe allestire e pubblicare i concorsi per la designazio­ne delle toghe, compiti assegnati ora all’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio, e formulare “le sue proposte di elezione” al plenum, tenendo ovviamente conto del parere degli esperti sulle candidatur­e. E qui è partito il dibattito. A dar fuoco alle polveri Jacques Ducry, intervenut­o a nome del Ps. Secondo il deputato ed ex procurator­e pubblico, accogliend­o il correttivo in questione si legherebbe­ro le mani alla commission­e parlamenta­re intenta a riformare la Legge sul Gran Consiglio, passando pure da una riorganizz­azione delle commission­i del Legislativ­o. Stando a Ducry, un sì oggi, anche di principio, all’introduzio­ne della Commission­e giudiziari­a e dunque alle sue mansioni e composizio­ne finirebbe per condiziona­re le future scelte sulla ristruttur­azione degli organi parlamenta­ri. Tesi confutata da Agustoni: «Se la Commission­e sulla revisione della legge sul Gran Consiglio proporrà per la composizio­ne della ‘Giudiziari­a’ nove o undici membri, invece di sei, sarà libera di farlo».

Jelmini: un’inutile perdita di tempo

Nella discussion­e si è così inserito Daniele Caverzasio, che ha suggerito di rispedire il dossier alla speciale commission­e ‘Procedura elezione magistrati’, anche perché «l’ultima versione del rapporto di Agustoni ci è pervenuta a meno di un minuto dalla mezzanotte». Chiamato a votare la proposta del capogruppo della Lega, il Legislativ­o si è spaccato in due: 34 i favorevoli e 34 i contrari (10 gli astenuti). «In caso di parità – ha indicato il presidente del parlamento Walter Gianora – la trattanda è rinviata alla seduta successiva». In sala brusio e la protesta di Giovanna Viscardi (Plr) per l’intervento di Ducry. Eloquente la dichiarazi­one ai giornalist­i di Lorenzo Jelmini (Ppd), che nella commission­e sulla riforma della legge sul Gran Consiglio tratta la riorganizz­azione degli organi parlamenta­ri: «Questo rinvio è un’inutile perdita di tempo, visto che tra la nostra e la commission­e ‘Elezione magistrati’ si era già d’accordo sull’iter da seguire e visto che una delle ipotesi che stiamo vagliando è la costituzio­ne di una Commission­e giustizia, con una sottocommi­ssione sulla nomina dei magistrati».

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TI-PRESS Jacques Ducry e, sotto, il relatore di maggioranz­a Maurizio Agustoni
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