Avvitamenti politico-giudiziari
In parlamento rimandata alla seduta di novembre la decisione sul sistema di nomina dei magistrati Ducry innesca il dibattito sulla prevista commissione. Agustoni: se il rinvio serve a consolidare il consenso... ok.
«Se per finire questo rinvio, a cui mi sono opposto, serve a consolidare il consenso sulla proposta di costituire la ‘Commissione giudiziaria’, allora ben venga. Nel settore giustizia è importante che i progetti di riforma siano il più ampiamente condivisi». È un Maurizio Agustoni all’apparenza serafico e conciliante quello che commenta, sollecitato dai cronisti, quanto accaduto pochi minuti prima nell’aula del parlamento. Per sapere come cambierà il sistema di elezione dei magistrati in Ticino bisogna attendere ancora. Fino alla prossima seduta del Gran Consiglio, che si aprirà il 6 novembre. Slitta così il voto del Legislativo cantonale sui rapporti usciti, dopo un paio d’anni abbondanti di discussioni e audizioni, dalla speciale commissione parlamentare incaricata di rivedere, alla luce di iniziative e mozioni, le modalità di reclutamento di procuratori pubblici e giudici. Due i rapporti. Quello di maggioranza, stilato dallo stesso Agustoni, capogruppo del Ppd, e firmato in commissione oltre che dai popolari democratici, dai liberali radicali e dai socialisti: chiede di mantenere il Gran Consiglio quale autorità di designazione delle toghe, suggerendo comunque una serie di correttivi. E il rapporto di minoranza della democentrista Lara Filippini, sostenuto dalla Lega: sollecita l’elezione popolare di tutti i magistrati (ergo: non solo dei giudicanti come avveniva un tempo). Ieri pomeriggio doveva essere la volta buona. Il giorno nel quale decidere la procedura di nomina di pp e giudici: statu quo con correttivi o verdetto popolare. Invece no. Se ne riparlerà il prossimo mese, a meno di nuove sorprese. A originare il rinvio dell’evasione del dossier, e non certo per volontà del relatore di maggioranza, è stata una delle «misure migliorative» del sistema vigente, come le ha definite Agustoni. Ovvero l’istituzione di una ‘Commissione giudiziaria’ che, si spiega nel rapporto del capogruppo del Ppd, dovrebbe allestire e pubblicare i concorsi per la designazione delle toghe, compiti assegnati ora all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, e formulare “le sue proposte di elezione” al plenum, tenendo ovviamente conto del parere degli esperti sulle candidature. E qui è partito il dibattito. A dar fuoco alle polveri Jacques Ducry, intervenuto a nome del Ps. Secondo il deputato ed ex procuratore pubblico, accogliendo il correttivo in questione si legherebbero le mani alla commissione parlamentare intenta a riformare la Legge sul Gran Consiglio, passando pure da una riorganizzazione delle commissioni del Legislativo. Stando a Ducry, un sì oggi, anche di principio, all’introduzione della Commissione giudiziaria e dunque alle sue mansioni e composizione finirebbe per condizionare le future scelte sulla ristrutturazione degli organi parlamentari. Tesi confutata da Agustoni: «Se la Commissione sulla revisione della legge sul Gran Consiglio proporrà per la composizione della ‘Giudiziaria’ nove o undici membri, invece di sei, sarà libera di farlo».
Jelmini: un’inutile perdita di tempo
Nella discussione si è così inserito Daniele Caverzasio, che ha suggerito di rispedire il dossier alla speciale commissione ‘Procedura elezione magistrati’, anche perché «l’ultima versione del rapporto di Agustoni ci è pervenuta a meno di un minuto dalla mezzanotte». Chiamato a votare la proposta del capogruppo della Lega, il Legislativo si è spaccato in due: 34 i favorevoli e 34 i contrari (10 gli astenuti). «In caso di parità – ha indicato il presidente del parlamento Walter Gianora – la trattanda è rinviata alla seduta successiva». In sala brusio e la protesta di Giovanna Viscardi (Plr) per l’intervento di Ducry. Eloquente la dichiarazione ai giornalisti di Lorenzo Jelmini (Ppd), che nella commissione sulla riforma della legge sul Gran Consiglio tratta la riorganizzazione degli organi parlamentari: «Questo rinvio è un’inutile perdita di tempo, visto che tra la nostra e la commissione ‘Elezione magistrati’ si era già d’accordo sull’iter da seguire e visto che una delle ipotesi che stiamo vagliando è la costituzione di una Commissione giustizia, con una sottocommissione sulla nomina dei magistrati».