Autunno e polveri fini: prevenire è meglio che curare
Nuova stagione, problemi noti. Con l’inizio dell’autunno e il profilarsi dell’inverno sotto la lente del Dipartimento del territorio (Dt) torna puntuale la questione dell’inquinamento da polveri fini (Pm10). Sono due i fattori che il periodo più rigido dell’anno somma a quelli sempre costanti dell’intensità del traffico e del settore industriale: inversioni termiche (temperature in montagna superiori a quelle nel fondovalle) e l’attivazione delle fonti di riscaldamento. Di conseguenza le medie giornaliere di Pm10 nell’aria rischiano di superare il limite di legge fissato a 50 microgrammi per metro cubo, come è stato il caso a Mendrisio fra mercoledì e venerdì della scorsa settimana. In un comunicato diramato ieri il Dt raccomanda alla popolazione alcuni provvedimenti al fine di limitare le emissioni. A cominciare da una riduzione delle temperature nelle abitazioni (consigliati circa 18 °C nelle stanze da letto e tra i 19 °C e i 21 °C negli altri locali), in particolare per quelle riscaldate tramite combustibili fossili. Inoltre il Dt considera fondamentale l’utilizzo di legna secca per i relativi impianti, e consiglia la rinuncia all’utilizzo di impianti secondari alimentati a legna (stufe e caminetti). Si pone l’accento anche sull’importanza di utilizzare un mezzo pubblico, laddove possibile, in alternativa ai veicoli privati.
La proposta di Ay
A proposito di mezzi pubblici, il Gran Consiglio ha posticipato alla seduta di novembre la votazione sulla mozione presentata al parlamento il 14 febbraio dal deputato Massimiliano Ay (Mps-Pc), che chiede la gratuità del trasporto pubblico quando la media giornaliera di Pm10 supera il limite prefissato, a differenza della modalità attuale che applica tale misura solo quando il tasso raggiunge i 100 microgrammi per due giorni consecutivi. Tramite un rapporto redatto a marzo, il Consiglio di Stato ha respinto la mozione ritenendo che la gratuità dei mezzi pubblici in ottica della proposta non sia sopportabile per le finanze cantonali. Un rapporto a cui si associa quello di fine settembre della Commissione della gestione e delle finanze. Il pronostico, dunque, è che tutto resti invariato.