La Catalogna in piazza
Barcellona – I separatisti catalani sono di nuovo in piazza, a decine di migliaia, dopo l’arresto dei due dirigenti della società civile indipendentista Jordi Sanchez e Jordi Cuixart, disposto lunedì da una giudice spagnola che li accusa di “sedizione”. L’arresto dei presidenti di Anc e Omnium, le organizzazioni che hanno firmato le manifestazioni oceaniche per l’indipendenza negli ultimi cinque anni, ha fatto impennare la tensione, dopo che la concessione dei domiciliari a Josep Lluis Trapero (capo dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana) anch’egli accusato di sedizione, era parsa voler scongiurare uno scontro più aspro tra Madrid e Barcellona. Le reazioni non si sono fatte attendere. Il presidente Carles Puigdemont ha detto che in Spagna ci sono di nuovo “detenuti politici” e il Govern ha denunciato “una vergogna democratica”. Tutto lo schieramento indipendentista è insorto, denunciando un “ritorno alle pratiche del franchismo”. «La Spagna è la nuova Turchia», ha accusato il repubblicano Gabriel Rufian. La Cup, l’ala sinistra e più intransigente del fronte secessionista, ha proposto uno sciopero generale. Il leader di Podemos Pablo Iglesias ha ammesso di provare “vergogna”. Sanchez e Cuixart sono accusati di sedizione per le manifestazioni di protesta del 20-21 settembre dopo il blitz della Guardia Civil contro le sedi del governo catalano e l’arresto di 14 alti funzionari (poi rilasciati). Decine di migliaia di persone, riunite davanti al ministero dell’Economia, vi avevano bloccato la Guardia Civil per alcune ore. «Non sono detenuti politici, sono politici detenuti», ha detto il ministro della Giustizia spagnolo Rafael Català. Un argomento che difficilmente verrà accolto.