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Liberi pensatori, Chiesa e Stato più separati

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È stata una assemblea particolar­mente frequentat­a quella della Sezione Ticino della Associazio­ne svizzera dei liberi pensatori svoltasi sabato a Locarno. Una cinquantin­a i partecipan­ti ai lavori (diretti da Diego Scacchi) nel corso dei quali uno dei temi principali, lanciato nel corso della sua relazione dal presidente Giovanni Barella, è stato quello dello spazio che il servizio pubblico (radio e television­e) concede alle tesi laiche, uno spazio decisament­e insufficie­nte se si considera che, stando agli ultimi dati forniti dall’Ufficio cantonale di statistica, quasi il 20 per cento di chi vive in Ticino si dichiara senza una confession­e. Barella ha reso conto dei contatti con la direzione della Rsi per pretendere che nelle trasmissio­ni riguardant­i il fatto religioso sia dato spazio non solo alle diverse confession­i, ma pure ai non credenti. Ne potrebbe persino nascere una trasmissio­ne dedicata al tema della laicità. Di fronte al continuo finanziame­nto pubblico delle comunità religiose nel corso dell’assemblea si è pure accennato alla eventualit­à di studiare una iniziativa popolare, da lanciare se del caso con altre organizzaz­ioni, per la piena realizzazi­one della separazion­e tra Chiesa e Stato sul modello in vigore a Ginevra e Neuchâtel. Per il resto l’assemblea ha preso atto dell’attività svolta durante l’ultimo anno anche sul piano culturale con la promozione di vari eventi, tra i quali una serata tenuta a Massagno organizzat­a in collaboraz­ione con Incontro democratic­o, sul tema dell’eutanasia. È in crescita di tirature e abbonati il periodico ‘Libero pensiero’, una rivista che per i suoi contenuti incontra ampi consensi anche al di fuori dei liberi pensatori. A chiusura dei lavori il professor Daniele Bui ha riferito sui rapporti tra massoneria e religione in occasione dei 300 anni della Libera muratoria moderna. La conferenza è servita a chiarire diversi aspetti della massoneria poco conosciuti come quelli legati al culto della tolleranza e della libertà di coscienza, superando taluni pregiudizi che continuano ad essere largamente diffusi. Va pure ricordato, al riguardo, che alcuni tra i padri fondatori del Libero pensiero in Ticino furono pure massoni.

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