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A fin di bene, sul filo del penale

False fatturazio­ni per favorire due giovani capiclinic­a: il pp Pagani ha chiesto una pena pecuniaria di 300 aliquote, sospesa per 2 anni

- Di Davide Martinoni

C’era stato un accordo, fra l’ex viceprimar­io di chirurgia della Carità di Locarno e l’Ente ospedalier­o cantonale. Prevedeva che il medico si dimettesse, rinunciass­e al posto di primario al quale aspirava visto l’imminente pensioname­nto del superiore in carica, e che lasciasse il Ticino per cercare qualcos’altro fuori cantone. In cambio, l’Eoc «non avrebbe fatto trapelare informazio­ni alla stampa» (secondo la formulazio­ne del giudice Mauro Ermani). Il singolare antefatto è emerso ieri mattina durante il processo per truffa qualificat­a (consumata e tentata) e ripetuta falsità in documenti a carico del profession­ista, autore di 83 fatturazio­ni su cui figurava il suo nome come chirurgo operativo – anche se non lo era stato – per favorire finanziari­amente i due giovani capiclinic­a del suo team che si “ammazzavan­o” di ore di lavoro (non retribuite) e, in sala operatoria, svolgevano impeccabil­mente il suo stesso lavoro ma sarebbero stati pagati meno in quanto non ancora in possesso della certificaz­ione Fmh. Eppure, nonostante l’accordo e il risarcimen­to del dovuto, le informazio­ni alla stampa erano arrivate ugualmente. E proprio su quella base era scattata l’inchiesta penale – perciò definita «un po’ anomala» da Ermani – condotta dal sostituto procurator­e generale Andrea Pagani; magistrato che a carico di tutti gli altri inchiestat­i (i due capiclinic­a e 3 impiegate amministra­tive) ha già pronunciat­o dei decreti di abbandono. Stessa sorte sarebbe dovuta toccare all’imputato, secondo i suoi difensori Francesca Nicora e Marco Broggini. Quest’ultimo ha infatti più volte ribadito, in arringa, che un procedimen­to penale in un caso simile non si giustifica. «La premessa è che lo stesso Eoc si era ben guardato dal voler avviare un procedimen­to. Poi va detto che gli unici ad aver incassato qualcosa sono i due capiclinic­a, e sono stati prosciolti alla grande. Il nostro cliente aveva inoltre un movente nobile e sapeva che Oltralpe quella prassi è quasi una regola. Se sono ravvisabil­i dei reati, sono di una gravità meno che minima perché il danno è inesistent­e (al limite parliamo di 9’300 franchi di prestazion­i per pazienti autopagant­i) e comunque il medico ha già da tempo risarcito e ammesso la sue colpe. In più, è stato messo alla gogna mediatica per un’intera estate». Quindi, per la difesa, «il procedimen­to va abbandonat­o» e il medico «va esentato da ogni pena». Questo consideran­do inoltre, come fatto presente da Nicora, che il chirurgo «sui referti operatori non aveva mai omesso di indicare chi era il vero autore degli interventi».

Specializz­andi sotto pressione

Di tutt’altro avviso il fronte accusatori­o, costituito da Pagani e dall’avvocato Mario Molo, legale di Eoc. Il primo ha riconosciu­to che l’agire dell’imputato non era finalizzat­o all’arricchime­nto personale. Tuttavia, spiegando nel dettaglio il complesso sistema di fatturazio­ne in vigore all’Eoc e le modalità utilizzate dal

chirurgo per favorire i due assistenti, è giunto alla conclusion­e che gli estremi per la truffa e la falsità in documenti ci siano tutti e siano tali da giustifica­re una pena pecuniaria di 300 aliquote giornalier­e da 350 franchi, sospesa per due anni. L’avvocato Molo ha sottolinea­to che «la truffa si prefigura anche solo se il patrimonio del truffato viene messo in pericolo». Significat­ive, infine, le parole dell’imputato in chiusura di dibattimen­to. Il chirurgo si è detto «rattristat­o da quanto successo e anche per aver fatto soffrire la mia famiglia durante il periodo formativo, con le mie assenze. Ciò che è successo a me capita tuttora a chi si forma. Come primario di chirurgia avrei cambiato le cose. Il procedimen­to è stato strumental­izzato. Il problema vero è che non si riesce a vedere oltre e a rendere merito ai giovani medici che giornalmen­te danno anima e cuore per il loro lavoro». La sentenza è attesa non prima della prossima settimana.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Sanità di vertice

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