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Con onore sì, ma battuti

L’Ambrì Piotta tiene testa ai campioni del Berna, ma un errore di Jelovac condanna i leventines­i alla sconfitta di misura

- Di Moreno Invernizzi

Ambrì – È la più classica delle sconfitte onorevoli, ma tale resta. Una sconfitta. Che fa malissimo, perché giunge al termine di un match in cui l’Ambrì Piotta fa gara alla pari con l’avversario. Non un avversario qualunque, visto che di fronte agli uomini di Cereda c’è nientemeno che il Berna campione svizzero, lo stesso Berna che comanda la classifica dell’attuale stagione regolare. Ma che alla Valascia, in diversi frangenti, deve anche difendersi con denti e unghie.

A metà partita, una carica alla balaustra al limite del regolare a centropist­a mette fuori causa Pinana

Anche con le cattive, come nel caso di Meyer, che a metà partita stampa Pinana sulla balaustra di centropist­a con un intervento al limite del regolare: dopo aver tentato di tornare in pista qualche minuto più tardi, il giovane difensore biancoblù, zoppicando vistosamen­te, lascia mestamente il ghiaccio per tornare nello spogliatoi­o. La sua partita finisce lì... Quella del resto della squadra biancoblù, di partita, dura invece tutti i 60 minuti dei tempi regolament­ari. Perché dal primo all’ultimo secondo Emmerton e compagni sudano e si dannano l’anima, cercando in tutti i modi di scardinare la porta avversaria. Alcune delle migliori occasioni

sul fronte dei padroni di casa se le costruisce proprio il numero 25, ma per battere un Genoni formato extralusso ci vuole di più. Il Berna non sta comunque a guardare, piazzando pure lui qua e là qualche pericolosa zampata. Come quella in avvio di match assestata da Arcobello, che al 9’08” centra in pieno la traversa

con Conz ormai battuto. Lasciati alle spalle due tempi senza reti, ma con emozioni a generose manciate, il match prende ancora più quota nel terzo periodo, con due squadre consapevol­i che a quel punto ogni minimo errore può rivelarsi fatale. E l’errore – un erroraccio – lo commette Jelovac, che si inventa uno sciagurato passaggio davanti allo slot che si trasforma in un assist in seconda per Kämpf. Quest’ultimo raccoglie il puck e lo scodella verso il liberissim­o Ebbett, che da due passi fa secco il povero Conz, peraltro incolpevol­e e autore di una partita encomiabil­e. Nel concitato finale i leventines­i moltiplica­no gli sforzi, Cereda chiama il timeout e toglie pure il portiere per mandare in pista un sesto uomo di movimento. Inizia l’assedio dalle parti di Genoni, ma nemmeno così le sorti del match cambiano. Squilla la sirena, e resta il rammarico per quell’unico grosso errore. Ma, appunto, troppo grande per restare impunito.

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TI-PRESS/D. AGOSTA Bianchi, Plastino e Conz tengono a bada Rüfenacht

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