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Ticino 2.0 e un inizio sottotono

Da giugno gli esercenti possono scegliere di rimanere aperti fino alle 2 di notte nel fine settimana

- di Lorenzo Cairoli e Giacomo Rizza

La misura non ha creato problemi all’ordine pubblico, salvo a Lugano dove la polizia è intervenut­a in due locali

Si è da poco conclusa la prima estate di Ticino 2.0, misura che permette agli esercizi pubblici di rimanere aperti fino alle 2 di notte durante i fine settimana. Il controprog­etto era stato elaborato dal governo a febbraio per rivedere la proposta ‘Ticino 3.0’ di Generazion­e giovani dell’agosto del 2015, che chiedeva di prolungare fino alle 3 gli orari di apertura dei locali. La misura entrata in vigore il 15 giugno non è tuttavia vincolante: gli esercenti possono decidere autonomame­nte se rimanere aperti per più tempo o se invece è più opportuno mantenere gli orari abituali. Qual è quindi in Ticino il numero di esercizi pubblici che ha scelto di offrire i propri servizi alla clientela fino alle 2? «Dati precisi non ne abbiamo perché sono in costante e continua evoluzione» dice Massimo Suter, presidente di GastroTici­no, che spera di avere a disposizio­ne dei numeri entro fine anno. E aggiunge: «Dopo l’estate tanti stanno valutando di rimanere aperti fino alle 2 in quanto la gente cambia le proprie abitudini di uscita». Per esempio a Lugano, dove, durante la bella stagione, diversi bar aprono proprio sul lungolago. «Con l’avvento dell’autunno questi esercizi chiudono e la loro clientela si sposta verso altri locali. Diversi colleghi (Suter è anche gerente di un ristorante, ndr) stanno pensando a un’eventuale apertura prolungata, tenendo però presente che questa genera anche maggiori costi e quindi vanno fatti i dovuti calcoli prima di prendere una decisione». L’introduzio­ne della misura aveva generato alcuni timori legati all’ordine pubblico. «Non abbiamo registrato problemi di questo tipo» afferma Ivano Beltramine­lli, comandante della Polizia comunale di Bellinzona, dove le richieste pervenute per un orario prolungato sono 17 su un totale di 132 esercizi pubblici. Più movimentat­a la situazione a Lugano: due locali hanno generato problemi di ordine pubblico rilevanti. Per uno si è reso necessario convocare il gerente e richiamarl­o ai suoi doveri. «Da parte nostra – spiega la Polizia comunale di Lugano – sono stati intensific­ati i pattugliam­enti nelle vicinanze di queste due attività, al fine di tutelare la quiete notturna dei cittadini». Per quanto riguarda le statistich­e, «a Lugano hanno fatto richiesta 18 dei 430 esercizi pubblici presenti sul territorio della Città». Stessa situazione a Locarno: le domande giunte sono 14 (su 234, compresi alberghi e ristoranti). «Nel 60% dei casi, però, ci chiamano per annunciare una chiusura prima delle 2 – dice Ivan Valsecchi, responsabi­le del settore per la Polizia comunale di Locarno –. Non si può dire che Ticino 2.0 abbia avuto un grandissim­o successo. Magari – conclude Valsecchi – con l’arrivo dell’inverno le cose cambierann­o».

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Finora poche richieste

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