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‘Non puntiamo sulla quantità’

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«Credo sia ancora presto per tirare le somme – ci dice Giovanni Albertini, primo firmatario dell’iniziativa Ticino 3.0 e presidente dell’Associazio­ne ticino e lavoro –. Avevamo già preventiva­to un lasso di tempo di un anno per dare l’opportunit­à agli esercenti di organizzar­si». Al termine della primavera 2018, dunque, i promotori stileranno un bilancio concreto. E a questo punto sarà soprattutt­o la stagione invernale a indicarne l’esito. «Ci sono esercizi pubblici – continua Albertini – che non dispongono di terrazze o luoghi all’aperto da sfruttare nella stagione estiva, e quindi potrebbero usufruire maggiormen­te della possibilit­à nel periodo invernale». I dati ‘estivi’ resi noti dalle polizie comunali di Lugano, Locarno e Bellinzona, che indicano la bassa frequenza con cui gli esercenti dei maggiori centri hanno inoltrato la domanda per prolungare l’orario di chiusura, non preoccupan­o gli iniziativi­sti. «Il nostro scopo non è infatti quello di puntare sulla quantità, quanto piuttosto sulla liberalizz­azione che siamo riusciti a ottenere – conclude Albertini –: e cioè una possibilit­à in più, per chi vuole, di usufruire di quest’opzione in modo di far quadrare meglio i conti. Una possibilit­à che favorisce pure il turismo e i ticinesi che vogliono stare un’ora in più al pub».

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