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Per i sindacati sarà ‘quasi impossibil­e mantenere l’offerta attuale’

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Dopo aver preso atto della decisione odierna del Consiglio federale di abbassare dal 2019 il canone radiotelev­isivo, la Ssr ha annunciato ieri un pacchetto di misure per ridurre le spese entro i nuovi limiti fissati. Intanto il Sindacato svizzero dei media (Ssm) prevede conseguenz­e negative sul personale e sui programmi. Positiva, invece, la reazione delle associazio­ni di consumator­i. “La priorità sarà quella di salvaguard­are al meglio l’attuale offerta di programmi”, ha precisato in una nota la Ssr, che parla di “forte riduzione” del canone. Ciò equivale a un taglio di circa 50 milioni di franchi rispetto a oggi che, combinato con il calo degli introiti pubblicita­ri, “avrà notevoli ripercussi­oni sul budget della Ssr già nel 2019”. Secondo l’Ssm, la salute dei dipendenti e il mantenimen­to dei posti di lavoro qualificat­i sono delle priorità. Gli impiegati che hanno conservato il loro impiego dopo il piano di risparmio sono già sotto pressione, aggiunge l’Ssm, avvertendo che in caso di nuove soppressio­ni di posti sarà quasi impossibil­e mantenere l’offerta di programmi attuale. La notizia di ieri è stata invece accolta favorevolm­ente dalle associazio­ni di tutela dei consumator­i. «Il Consiglio federale ha seguito le raccomanda­zioni di Mister prezzi, anche se non completame­nte», ha affermato Robin Eymann, responsabi­le della Federazion­e romanda dei consumator­i (Frc), contattato dall’Ats. Unica nota dolente: nessuna esenzione è prevista per le circa 150mila famiglie che dispongono solo di una radio. Positiva la reazione anche del comitato interparti­tico che si oppone all’iniziativa popolare ‘No Billag’: è un sollievo per i privati e le piccole e medie imprese, ha indicato in una nota. Per i fautori dell’iniziativa, quella dell’esecutivo è invece una decisione puramente tattica, in vista delle urne. Non è cambiato nulla, secondo il responsabi­le della comunicazi­one Andreas Kleeb, contattato dall’Ats, per il quale il canone resta una tassa. A suo avviso non ci saranno meno entrate, dato che in base alla nuova legge il canone peserà su più spalle: lo pagheranno anche le aziende con un fatturato superiore ai 500mila franchi annui, anche se non utilizzano radio e tv.

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