La spesa oltreconfine era un tema ‘pubblico’ già tra le due guerre
Nel 1917 il Ticino contava poco più di 150mila abitanti. Oltre alla crisi economica e allo sconvolgimento provocati dalla Prima guerra mondiale, il cantone svizzero a Sud delle Alpi si ritrovava con le macerie di fallimenti bancari che avevano dissestato decine di imprese e bruciato i risparmi di migliaia di famiglie. Già nel 1830 si auspicava, con una deliberazione del Gran Consiglio dell’epoca, la fondazione di una Camera cantonale di commercio. Si dovettero però aspettare altri 87 anni prima che un tale consesso vedesse la luce. Nell’ultimo numero di ‘Ticino Business’, il periodico della Camera di commercio, si ripercorre con articoli dal taglio storico la nascita di quella che è diventata la principale associazione economica del territorio. All’inizio si chiamava Associazione commerciale-industriale del Cantone Ticino. Dieci decenni dopo la denominazione è mutata in Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino proprio per tenere conto dell’evoluzione del tessuto sociale ed economico. ‘Dalla polenta a internet’, si intitola un trafiletto a firma di Alessio del Grande, in cui si ricordano corsi e ricorsi storici scaturiti dalle prime cronache della Camera di commercio come la segnalazione – nel 1929 – alle autorità cantonali del fenomeno della spesa oltreconfine. Oggi la definiremmo ‘turismo degli acquisti’. Ebbene, anche allora si avvertivano i consumatori che non sempre questa era una scelta davvero conveniente, mentre era certo il danno che arrecava ai negozi ticinesi. Nel primo rapporto della Camera di commercio per il 1917-1918 si ricordava come l’interventismo statale, necessario durante il periodo bellico, non sarebbe stato abbandonato presto. “Tutto lascia supporre che anche a guerra finita le varie attività economiche non riconquisteranno la perduta libertà (...), importazioni ed esportazioni rimarranno molto probabilmente soggette, e chi sa per quanto tempo ancora, alla vigilanza degli enti pubblici”, annotava Carlo Kuster, primo segretario della Camera. Carica che avrebbe tenuto per un trentennio. RED