laRegione

‘Non siamo dopolavori­sti’

Il Municipio respinge la richiesta Mps di pubblicare i redditi, ma si dice possibilis­ta a precise condizioni

- Di Marino Molinaro

Messa in evidenza la responsabi­lità personale: ‘È molto elevata, basti pensare che gestiamo più di un miliardo di franchi a legislatur­a’

L’esecutivo cittadino risponde picche – ma si apre a un possibile dialogo – alla richiesta delle consiglier­e comunali Angelica Lepori Sergi e Monica Soldini (Mps/Pop/Ind.) affinché siano resi pubblici i redditi lavorativi privati dei sette municipali. Richiesta fatta “per consentire ai cittadini di valutare il peso e l’importanza degli oneri e dei rimborsi spese” contenuti nel Regolament­o comunale votato dal legislativ­o in settembre e nel frattempo sottoposto a referendum dallo stesso Mps e da Lega/Udc consideran­do eccessiva la spesa prevista. L’impegno richiesto in regime di semiprofes­sionismo al sindaco, ricordiamo, è del 70% (120mila franchi), al vice del 60% (95mila) e agli altri cinque municipali del 50% (80mila) diluito sui sette giorni della settimana. Totale 625mila franchi, ossia 10mila meno della somma dei precedenti 13 esecutivi. Più rimborso forfettari­o annuo di 12mila, 9mila e 6mila. Nel confronto con le prime 30 città svizzere, Bellinzona (12esima per numero di abitanti) “è la più economica”, spiega il Municipio nella risposta all’interpella­nza. Dettaglio ritenuto importante da Mario Branda e colleghi: nelle altre Città vige il profession­ismo, perciò allo stipendio si accompagna un sistema previdenzi­ale e pensionist­ico che assicura una possibilit­à di uscita e ripartenza una volta terminato il mandato politico dopo alcuni o più anni. «Questi sistemi hanno un vantaggio di chiarezza di ruoli e funzioni – sottolinea il sindaco alla ‘Regione’ –, ma hanno un costo che costituisc­e un multiplo del nostro». Ne sanno qualcosa, fra i tanti, i ginevrini, il cui sindaco Rémy Pagani (membro del partito di sinistra anticapita­lista romando ‘solidarité­S’, l’equivalent­e dell’Mps ticinese) percepisce 272mila franchi annui, come riportato un mese fa dal ‘Caffè’.

‘Ogni giorno dalle 7 alle 11 ore’

Quanto al carico lavorativo, l’indicazion­e del 50-70% per Bellinzona non si riferisce a una settimana di 40 o 42 ore, «ma di 5570», segnala Branda. Il tutto, aggiunge il Municipio, senza far capo a uno staff di supporto. Per questi motivi «non è im- maginabile dedicare alla gestione della Città i nostri ritagli di tempo post lavorativo, come qualcuno ritiene sia possibile fare. L’importanza e la varietà dei temi trattati, le sollecitaz­ioni che giungono dalla società civile, non ci consentono di agire come ‘dopolavori­sti’, ma richiedono una presenza di ciascun municipale che va dalle 7 alle 11 ore quotidiane, sette giorni la settimana».

La condizione posta

Quanto alla dimensione etica dell’impegno nella cosa pubblica, pure sollevata dalle interpella­nti, il Municipio si dice “di principio pronto a comunicare i redditi, a condizione che dall’altra parte vi sia disponibil­ità e serietà di intenti per discutere del passaggio a un sistema profession­ale alla stregua di quanto accade in altre Città svizzere; un sistema che, esigendo di lasciare, e non solo sospendere, la propria attività profession­ale, consente

in caso di cessazione dell’attività politica di riprendere quella lavorativa senza penalizzaz­ioni eccessive sul piano del reinserime­nto e da quello previdenzi­ale”. Sul quantum, l’esecutivo accenna a una media elvetica ridotta di un terzo. Ma in soldoni, chiede: “Le interpella­nti e in genere i gremi politici sarebbero pronti a un discorso di questo tipo? Se lo fossero e ci fosse questo tipo di disponibil­ità, il Municipio non si opporrebbe a discutere anche dei redditi dei suoi membri”. L’esecutivo, sempre nella risposta alle due consiglier­e Mps, evidenzia infine che il bilancio annuale di gestione corrente del nuovo Comune e delle sue aziende supera i 250 milioni di franchi, quindi oltre un miliardo sul quadrienni­o. Cifra che dovrebbe far riflettere sul grado di responsabi­lità richiesto ai municipali. Cui si aggiunge quello per la gestione di 1’400 dipendenti e per i contatti assidui con 17 Patriziati, oltre 300 società culturali e del tempo libero e 120 sportive.

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TI-PRESS Branda: ‘Alle molte sollecitaz­ioni non possiamo dedicare i ritagli di tempo’

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