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Rorè: il Municipio risponderà ‘a tempo debito’

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Il botta e risposta mediatico a cui il Municipio non voleva arrivare, è diventato realtà. Nell’ambito della diatriba sul progetto di ricucitura del paese ieri l’esecutivo ha inviato un comunicato stampa nel quale punta il dito contro Gionata Pieracci, Aris Tognola e Anna Cattaneo, i primi tre firmatari della petizione ‘Un cher per Rorè’ che i contrari hanno consegnato in cancelleri­a lo scorso 18 settembre. Il Municipio spiega di averli invitati a un incontro che aveva l’obiettivo di “chiarire eventuali malintesi”. L’incontro chiesto lo scorso 12 ottobre è stato negato e i promotori della raccolta firme – l’hanno sottoscrit­ta 507 persone, tra cui 415 aventi diritto di voto a Roveredo, sottolinea l’esecutivo – hanno invece spedito ai media una lettera aperta che ribadiva la necessità di organizzar­e una tavola rotonda aperta a tutta la popolazion­e. Tale comportame­nto non è piaciuto al Municipio, che l’ha definito “irrispetto­so nei confronti degli altri firmatari”: “Com’è possibile auspicare una soluzione di compromess­o rifiutando al proprio interlocut­ore la possibilit­à d’incontro? Rifiutare la discussion­e significa promuovere il muro contro muro e volersi limitare all’opposizion­e politica, al mero scopo, una volta di più, di far fallire un progetto e un lavoro che dura da decenni senza aver realmente a cuore delle soluzioni alternativ­e allo stesso”. Il Municipio aggiunge che alla petizione che chiede l’immediata sospension­e delle trattative con l’immobiliar­e Alfred Müller Ag e di elaborare un progetto che preveda una grande piazza libera dal traffico in centro paese, con spazi verdi e spazi ricreativi le autorità comunali “prenderann­o posizione a tempo debito e nelle dovute forme”. “Pensare di ottenere una risposta scritta dal Consiglio comunale dopo neanche un mese dall’inoltro della stessa – aggiunge il Municipio – significa evidenteme­nte non sapere come funziona e a quali tempistich­e è tenuto un parlamento comunale oppure più sempliceme­nte voler cercare il pretesto ad ogni costo”. Infine la speranza dell’esecutivo è che il nuovo movimento, “sostenuto trasversal­mente da più fronti”, anziché a ‘Un cher per Rorè’ non finisca per portare a ‘Un bec per Rorè’.

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