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Case a prova di timpano

Pronta la seconda fase per il Luganese del catasto stradale dei rumori

- di Dino Stevanovic

Fra comuni e quartieri, sono 29 gli insediamen­ti interessat­i dall’analisi. L’agglomerat­o urbano, come da previsione, è la zona con l’inquinamen­to fonico più alto.

Il centro città, il pian Scairolo, Cornaredo, la zona della Stazione Ffs. Si confermano questi i punti caldi del traffico nell’agglomerat­o urbano luganese. Con una conseguenz­a – l’inquinamen­to fonico – da ieri nero su bianco: sono pubblicate sul sito del Cantone i dati della seconda fase per il Luganese del catasto del rumore stradale. Una prima analisi aveva già riguardato la valle del Vedeggio e il basso Malcantone, mentre ora lo sguardo si è posato sull’area urbana di Lugano e sulla Capriasca. Da questo secondo studio, emerge che – nell’area presa in consideraz­ione – sono circa 28’000 le persone esposte a immissioni foniche più elevate della soglia limite fissata dalla relativa ordinanza federale: il 30% circa degli abitanti. Di questi, circa 4-5’000 persone sono esposte a rumori che superano i valori d’allarme, e risiedono principalm­ente nelle aree indicate nell’infografic­a. Tra il Dipartimen­to del territorio (Dt) e i 22 Comuni (compresi molti quartieri, per un totale di 29 insediamen­ti nel Luganese) interessat­i dalla seconda fase si è tenuto ieri un incontro e ora i Municipi hanno tempo sino a fine novembre per esprimersi sul catasto. «Si tratta ad esempio di individuar­e eventuali progetti sulle strade comunali in pubblicazi­one o già in fase esecutiva – chiarisce il capouffici­o della Prevenzion­e dei rumori

Ennio Malorgio –, così da poter coordinars­i». Entro il 31 marzo 2018 il Dt deve infatti aver pronti i progetti di risanament­o fonico per tutte quelle zone in cui si superano non solo i valori d’allarme, ma anche quelli limite. «Stiamo lavorando in maniera spedita per presentare i progetti nei tempi più brevi» assicura Malorgio. I risultati sono di facile consultazi­one

e pubblici (sul sito www.ti.ch/rumore), e sono catalogati edificio per edificio. «Lo scopo degli interventi – ancora il capouffici­o – è proprio quello di portare le immissioni sotto la soglia limite. Per farlo, stiamo privilegia­ndo principalm­ente la pavimentaz­ione fonoassorb­ente. Laddove c’è una strada che necessita di risanament­o fonico e allo stesso tempo

di lavori di manutenzio­ne, si valuta se è possibile coordinars­i». Oltre alla pavimentaz­ione, vi sono pure altri possibili vie: moderazion­e della velocità, ripari fonici, finestre fonoisolan­ti. L’unica eccezione? «Le autostrade, sono di competenza dell’Ufficio federale delle strade, i dati che forniamo in quei casi sono di carattere informativ­o» chiosa Malorgio.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE/MAPPE GOOGLE Le principali (ma non uniche) aree critiche in cui vengono superati i valori d’allarme

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