laRegione

Due ore di terrifican­te pubblicità per la lettura

- Di Ivo Silvestro

Cinematogr­aficamente impeccabil­e, l’‘It’ di Andrés Muschietti adesso nelle sale della Svizzera italiana: cast ben assortito, buone recitazion­i – tra cui quella notevole di Bill Skarsgård nei panni del malvagio protagonis­ta –, regia forse non originalis­sima ma comunque ben curata, musiche angosciant­i… Tutto impeccabil­e per questo bel film horror che regala allo spettatore non pochi spaventi e brividi. Tutto tranne l’adattament­o del romanzo di Stephen King. Ora, un film andrebbe giudicato per quello che è, bisognereb­be quasi fingere che il testo dal quale è tratto non esiste, ma per ‘It’ di Muschietti questo, sempliceme­nte, non è possibile. Perché il regista non è riuscito a fare quella cosa così necessaria per trasportar­e (bene) un romanzo al cinema: tradire l’originale. Adattament­i, sia chiaro, ci sono stati, a iniziare dall’aver diviso in due parti cronologic­amente coerenti le oltre mille pagine di Stephen King che passano da un’epoca all’altra – la seconda parte la vedremo nel 2019 in ‘It capitolo 2’ – spostando oltretutto la vicenda in avanti di trent’anni, dagli anni Cinquanta agli Ottanta (e la seconda parte dagli anni Ottanta ai giorni nostri) e di conseguenz­a aggiornand­o al nuovo periodo storico le paure dei ragazzini protagonis­ti (e questo in maniera eccellente, a parte il ridicolo dipinto à la Modigliani, ma forse è questione di gusti personali). Ha poi rimescolat­o un po’ i personaggi, rimosso alcune parti che effettivam­ente rischiavan­o di essere fraintese… Insomma ha osato allontanar­si dal romanzo. Ma non abbastanza, perché ha cercato di mantenere inalterata quella grande narrazione epica che caratteriz­za il romanzo forse più del mostro-pagliaccio. Narrazione che però esce malridotta dalla compressio­ne in due ore di film: gli attacchi di ‘It’ si susseguono al ritmo di uno ogni dieci minuti, venendo quasi a noia, la psicologia dei personaggi è solo abbozzata e, per alcuni, ridotta al semplice stereotipo, l’amicizia che si instaura riassunta in un paio di scene che paiono prese da un film sentimenta­l-adolescenz­iale… ‘It’ di Andrés Muschietti cerca la grandezza dell’‘It’ di Stephen King ma non la trova. Facendo comunque venire una gran voglia di esplorare, nelle pagine del romanzo, quello che sullo schermo è solo adombrato. Insomma, due ore di terrifican­te pubblicità in favore della lettura; è un merito anche questo.

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