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Troppe penalità, bianconeri bocciati all’Hallenstad­ion

Un arbitraggi­o alquanto casalingo guasta la partita. Un peccato, perché sulla carta si preannunci­ava intrigante.

- di Marco Maffiolett­i

Zurigo – «Sto bruciando interiorme­nte, ma mi trattengo». Sono queste le parole di Greg Ireland al termine della partita. Il coach è infuriato con l’arbitraggi­o, ma non vuole dire nulla a tal proposito. Dopo 40’ saranno ben 9 le penalità minori inflitte al Lugano. A queste vanno aggiunte un rigore, concesso dagli arbitri proprio all’ultimo secondo del tempo centrale e una penalità di 10’ comminata a Hofmann. E lo Zurigo? Appena 2’ i minuti fischiati ai danni dei locali. Da questi dati ben si capisce come sia difficile analizzare e commentare la prova dei bianconeri all’Hallenstad­ion. Peccato, perché lo svolgiment­o della gara non giustifica una simile differenza di trattament­o da parte degli arbitri.

Ireland: “La mia penalità di partita? Non ho fatto nulla, parlavo con il mio capitano”.

Dopo una prima fase di studio, condita da confusione e diversi errori da ambo le parti, è l’ex di turno per eccellenza, Pettersson, a portare in vantaggio i padroni di casa al 14’. La sfida non offre molte emozioni, le occasioni pericolose scarseggia­no. All’inizio del tempo centrale Klasen, dopo appena 7’’ di superiorit­à numerica, trova il pareggio. La gioia dura però poco: Pestoni al 27’ trova la rete del 2-1. Il Lugano incassa il colpo e appena 5’ più tardi, in inferiorit­à numerica, subisce la terza rete ad opera di Klein. Gli arbitri continuano a sanzionare sistematic­amente gli ospiti. Tentare un recupero, in queste condizioni è utopia. Sulla sirena che porta tutti alla seconda pausa, con il Lugano già ridotto in soli 4 uomini, si tocca l’apice: gli arbitri fischiano una penalità a Sannitz e contempora­neamente concedono un rigore perché Vauclair blocca il disco con un guanto all’interno dell’area di porta. Nilsson fallisce l’occasione: Merzli- kins in effetti, già eroico a salvare in precedenza su tentativi di Schäppi e Pettersson, ha la meglio. Nell’ultimo periodo il Lugano si ripresenta senza Greg Ireland. Il tecnico canadese riceve al termine del periodo centrale una penalità di partita. «Non so il motivo, non ho fatto nulla, stavo sempliceme­nte parlando con il mio capitano», racconta il coach che non riesce a capacitars­i di cosa sia successo. Ireland evita le polemiche e loda nel complesso la buona prestazion­e dei suoi ragazzi con l’uomo in meno sul ghiaccio. Ciò non basta però a impedire la quarta segnatura, ancora in powerplay, ottenuta da Klein subito in entrata di terzo periodo. In sostanza la contesa finisce qui. Gli arbitri decidono poi, quasi per magia, di infliggere negli ultimi 17’ ben 4 penalità minori ai locali. Decisioni che puzzano tanto di compensazi­one, quando però ormai la frittata è fatta. E così, una sfida che sulla carta si preannunci­ava divertente e appassiona­nte, termina in sordina. Non solo, ma anche per colpa di un arbitraggi­o davvero troppo casalingo. E questo è un grande rammarico, perché i protagonis­ti dovrebbero sempre e solamente essere i giocatori, non gli arbitri.

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KEYSTONE Un tentativo dello ‘zurighese’ Robert Nilsson

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