Troppe penalità, bianconeri bocciati all’Hallenstadion
Un arbitraggio alquanto casalingo guasta la partita. Un peccato, perché sulla carta si preannunciava intrigante.
Zurigo – «Sto bruciando interiormente, ma mi trattengo». Sono queste le parole di Greg Ireland al termine della partita. Il coach è infuriato con l’arbitraggio, ma non vuole dire nulla a tal proposito. Dopo 40’ saranno ben 9 le penalità minori inflitte al Lugano. A queste vanno aggiunte un rigore, concesso dagli arbitri proprio all’ultimo secondo del tempo centrale e una penalità di 10’ comminata a Hofmann. E lo Zurigo? Appena 2’ i minuti fischiati ai danni dei locali. Da questi dati ben si capisce come sia difficile analizzare e commentare la prova dei bianconeri all’Hallenstadion. Peccato, perché lo svolgimento della gara non giustifica una simile differenza di trattamento da parte degli arbitri.
Ireland: “La mia penalità di partita? Non ho fatto nulla, parlavo con il mio capitano”.
Dopo una prima fase di studio, condita da confusione e diversi errori da ambo le parti, è l’ex di turno per eccellenza, Pettersson, a portare in vantaggio i padroni di casa al 14’. La sfida non offre molte emozioni, le occasioni pericolose scarseggiano. All’inizio del tempo centrale Klasen, dopo appena 7’’ di superiorità numerica, trova il pareggio. La gioia dura però poco: Pestoni al 27’ trova la rete del 2-1. Il Lugano incassa il colpo e appena 5’ più tardi, in inferiorità numerica, subisce la terza rete ad opera di Klein. Gli arbitri continuano a sanzionare sistematicamente gli ospiti. Tentare un recupero, in queste condizioni è utopia. Sulla sirena che porta tutti alla seconda pausa, con il Lugano già ridotto in soli 4 uomini, si tocca l’apice: gli arbitri fischiano una penalità a Sannitz e contemporaneamente concedono un rigore perché Vauclair blocca il disco con un guanto all’interno dell’area di porta. Nilsson fallisce l’occasione: Merzli- kins in effetti, già eroico a salvare in precedenza su tentativi di Schäppi e Pettersson, ha la meglio. Nell’ultimo periodo il Lugano si ripresenta senza Greg Ireland. Il tecnico canadese riceve al termine del periodo centrale una penalità di partita. «Non so il motivo, non ho fatto nulla, stavo semplicemente parlando con il mio capitano», racconta il coach che non riesce a capacitarsi di cosa sia successo. Ireland evita le polemiche e loda nel complesso la buona prestazione dei suoi ragazzi con l’uomo in meno sul ghiaccio. Ciò non basta però a impedire la quarta segnatura, ancora in powerplay, ottenuta da Klein subito in entrata di terzo periodo. In sostanza la contesa finisce qui. Gli arbitri decidono poi, quasi per magia, di infliggere negli ultimi 17’ ben 4 penalità minori ai locali. Decisioni che puzzano tanto di compensazione, quando però ormai la frittata è fatta. E così, una sfida che sulla carta si preannunciava divertente e appassionante, termina in sordina. Non solo, ma anche per colpa di un arbitraggio davvero troppo casalingo. E questo è un grande rammarico, perché i protagonisti dovrebbero sempre e solamente essere i giocatori, non gli arbitri.