Al caseificio manca latte per poter partire
Ospedale di Faido, l’allarme lanciato dall’Associazione dei nosocomi di valle Viva preoccupazione espressa ieri sera all’assemblea tenutasi a Biasca. La conversione già certificata da documenti ufficiali dell’Eoc. Ora contatti con il Municipio.
È in corso uno smantellamento dell’Ospedale distrettuale di Faido. L’allarme è stato lanciato ieri sera a Biasca dall’Associazione per gli ospedali di valle, riunita in assemblea per discutere le prospettive aperte con l’adesione all’iniziativa “Per cure mediche e ospedaliere di prossimità”, lanciata la scorsa primavera dall’associazione. La preoccupazione del comitato guidato da Franco Celio e Tiziana Mona verte sulla sparizione di 15 letti (dei 30 esistenti ancora fino a questo mese di agosto nel capoluogo leventinese) del reparto di medicina; letti ora assegnati alla riabilitazione. Un provvedimento che, come riferito nell’edizione della ‘Regione’ di mercoledì, aveva suscitato la reazione del locale Municipio, deciso a far valere le proprie ragioni e a chiedere spiegazioni all’Ente ospedaliero cantonale, con copia al Dipartimento sanità e socialità.
‘La riabilitazione è diversa’
I medici che operano in ambito ambulatoriale, è stato sottolineato più volte
durante la serata, non sono in grado di confrontarsi con tutta una serie di importanti esigenze e casistiche. Ad esempio, è stato fatto notare, un edema polmonare non può essere curato in un reparto di riabilitazione, come molte altre patologie, perché manca il personale medico e infermieristico adeguato.
Preoccupazioni dunque riguardanti una conversione dell’ospedale distrettuale di Faido in clinica riabilitativa che è peraltro già certificata dai recenti documenti ufficiali del nosocomio che serve tutta la Leventina; documenti che già presentano l’intestazione “Clinica di riabilitazione Eoc”. L’Associazione per gli ospedali di valle intende ora per prima cosa prendere contatto al più presto con il Municipio di Faido, per poi riservarsi di intraprendere altre azioni. L’obiettivo è appunto fronteggiare una situazione considerata «molto preoccupante» per tutta la Leventina.