Igor Righini: ‘Dare per avere? Un metodo pericolosissimo’
Il sistema politico svizzero costringe al compromesso. Se una minoranza vuole ottenere qualcosa, sa che deve pagare dazio, come ha ricordato l’altra sera anche Manuele Bertoli.
Io non penso che il Partito socialista abbia da perdere andando a fare un discorso sulla fiscalità equa. Noi non escludiamo un ragionamento sulla fiscalità, ma ci piacerebbe ragionarci a bocce ferme. In questo caso si propone una misura senza sapere cosa si farà con la Riforma ‘17 a livello federale [quella che sostituirà la Riforma III, bocciata dal popolo, ndr]. In più già se ne annuncia una seconda a livello cantonale. Ci piacerebbe, invece, una valutazione sul complesso.
E poi c’è il metodo, “dare per avere”...
È pericolosissimo, perché non ci si può più esprimere liberamente ma ogni cosa è legata all’altra. Ti concedo questo per te importante e però devi rinunciare a quest’altro. Non è così che nasce un progetto.
Con la decisione di mercoledì scorso con un occhio tenete a bada la vostra sinistra e con l’altro già guadate alla campagna elettorale 2019?
Ma, in questo caso il Ps ha guardato alla propria carta dei valori e al proprio programma politico e si è accorto che il pacchetto del governo presentava per noi una contraddizione enorme. E per questo ha deciso di coinvolgere la propria base. Quando mi sono candidato alla presidenza del partito ho presentato un programma politico dove dicevo che intendevo ricucire il partito alla propria base. In questo caso l’abbiamo fatto. La base ha indicato una rotta. Se poi questa rotta si sposa con l’area rossoverde, beh è un dato di fatto.
Il vostro gruppo parlamentare ha una posizione diversa, come si concilia?
Il gruppo parlamentare era seriamente preoccupato di portare a casa qualcosa nel contesto in cui è abituato a lavorare, vale a dire un contesto veramente molto difficile. La Direzione ha capito, ma non poteva ignorare la portata politica degli sgravi fiscali.