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May non convince, Brexit dura

- Ansa/red

Bruxelles – Theresa May non ha convinto l’Ue, e la Brexit si annuncia dolorosa. La first minister britannica sperava di avere blandito a sufficienz­a i colleghi di governi europei riuniti a Bruxelles, esibendo la lettera sui diritti dei cittadini, con cui assicura il massimo delle tutele dopo l’uscita del Regno Unito, ma non c’è riuscita. Così, dopo cinque round negoziali, ed un tentativo all’ultimo minuto, Londra si trova a fare i conti con la quasi certezza di essere rimandata a dicembre, per una nuova verifica sui progressi raggiunti

sulle tre priorità fissate dai 27 (diritti dei cittadini, conti, e frontiere irlandesi), prima di poter passare a discutere la transizion­e e i rapporti commercial­i futuri, la cosiddetta “fase due”. La sola concession­e a May è stato il via libera a procedere con i lavori preparator­i interni, per il negoziato sulla seconda fase. Un segnale conciliant­e, ma anche della volontà di non voler umiliare o indebolire troppo politicame­nte May, insidiata da possibili tentazioni di colpi di mano del capo negoziator­e David Davis, o del ministro degli Affari esteri Boris Johnson, secondo il quale il Regno Unito

“se la passerà molto bene anche in caso di mancato accordo”. Irremovibi­le soprattutt­o l’asse BerlinoPar­igi, sebbene con sfumature diverse. Angela Merkel sarebbe infatti più disponibil­e a tenere aperto un canale privilegia­to con May, ma anche per lei l’esito dei colloqui condotti sinora è insufficie­nte “per passare alla seconda fase”. Sulla questione finanziari­a Londra non ha ancora “tradotto in modo concreto gli impegni presi”, recita la bozza di conclusion­i che otterrà oggi il via libera, dopo il dibattito a 27 col capo negoziator­e Michel Barnier, quando la May ormai sarà già lontana da Bruxelles.

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KEYSTONE Don’t cry for me Ue

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