L’editorialista di ‘Punt Avui’: chiamatela come volete, ma è una guerra
Barcellona – “Non voglio fare paura a nessuno, ma dobbiamo mettere i piedi in terra, siamo in guerra”, avverte Jordi Panyella. La “guerra” di indipendenza della Catalogna “è stata finora diversa dalle altre. Ma alla fine è una guerra”. Per l’analista di ‘Punt Avui’, con ‘Ara’ uno dei due grandi quotidiani catalanisti, “molte evidenze” confermano questa constatazione. La più ovvia, al di là degli ultimatum reciproci che si sono lanciati negli ultimi
giorni Mariano Rajoy e Carles Puigdemont – “se dichiari l’indipendenza ti commissario”, e “se mi commissari dichiaro l’indipendenza” – a parere di Panyella è “la propaganda da tempo di guerra” che si è scatenata nelle ultime settimane fra Madrid e Barcellona. L’analista catalano rileva in Spagna “una deriva del mondo dell’informazione, che ha smesso di spiegare la realtà in modo obiettivo per sostituirla con la propaganda”. Un fenomeno, sostiene, che coinvolge in primo luogo i principali organi di informazione
di Madrid, i grandi giornali e la tv. “La prima battaglia di questa guerra si è combattuta il primo ottobre, nelle strade e nelle piazze di molte città della Catalogna. È stata una lotta impari fra uomini e donne disarmati con le braccia alzate in segno di pace contro un esercito di diecimila agenti della polizia militare e della polizia nazionale spagnole”. “Quello che si è letto, si è visto, si è sentito nei media spagnoli dopo i fatti di quel giorno – dice ancora Panyella – è comprensibile solo se si tiene conto di
questo stato di guerra, nel quale ci troviamo”. L’obiettivo della Spagna in questa guerra è chiaro, afferma: “Sconfiggere il nemico, umiliare un paese, smembrare l’indipendentismo, mettere in prigione Sanchez, Cuixart (i leader indipendentisti Jordi Sanchez e Jordi Cuixart arrestati lunedì), il presidente catalano Carles Puigdemont e chiunque altro sia necessario. Non si rendono conto che dopo un Puigdemont, un Sanchez, un Cuixart, ne arriveranno altri. E se cadono anche loro, ne verranno altri ancora”.