Zara Home? ‘Troppo grande’
È alle battute finali il restyling del Quartiere Maghetti, che ha dovuto dire ‘no’ al gigante spagnolo Fra lamentele legate agli affitti e diversi locali vuoti, i proprietari replicano: ‘Facciamo una selezione delle candidature, vogliamo preservare la nos
Voglia di voltare pagina e ripartire. Il passato recente e il presente del Quartiere Maghetti (Qm) si caratterizzano per diversi locali vuoti, un lungo cantiere, polemiche sugli affitti giudicati da taluni troppo elevati. Il futuro lo si vuole però diverso: «Stiamo cercando di alzare il livello, mantenendo la nostra identità, l’anima familiare – ci dice il direttore del Qm Riccardo Caruso –, per questo siamo cauti nella scelta degli inquilini: riceviamo molte candidature, ma effettuiamo una selezione». Da un lato l’esigenza di rispettare gli scopi che la fondazione proprietaria del Qm si è data, dall’altro la necessità di ridare lustro all’ex quartiere popolare. Nel mezzo, la crisi economica che ha colpito la città e i suoi commerci. A fare da spartiacque nella politica gestionale del Qm è il lungo cantiere che l’ha interessato. Conclusosi la primavera scorsa, il restyling è costato circa sei milioni di franchi. Numerosi interventi tecnici, la ristrutturazione del cinema Iride e poi l’installazione di una copertura mobile su piazza Maghetti. «Si tratta del punto debole del Qm – valuta Caruso –, grazie a questo progetto potremo valorizzarla, sfruttando i suoi trecento metri quadrati costantemente, con e senza pioggia, per la ristorazione o gli eventi». I tempi di realizzazione non sono ancora chiari, ma non manca molto: la fase di progettazione è agli sgoccioli. Malgrado la piazza principale sia additata come punto debole dell’intero quartiere, a saltare all’occhio sono le diverse vetrine spoglie un po’ dappertutto. «L’impressione di vuoto in questo momento c’è» conferma il direttore. La colpa però non sarebbe degli affitti, giudicati troppo alti da più parti. «È vero, a Lugano in alcune situazioni si è ecceduto, ma non è il nostro caso. Cerchiamo di difendere gli affitti che abbiamo, che non sono esosi, ma siamo anche coscienti della crisi economica. Perciò siamo aperti alle trattative e a soluzioni, come l’affitto a scalare. Riteniamo però in questa fase che sia meglio avere dei locali sfitti piuttosto che delle attività che falliscono dopo sei mesi. Prima di dire che l’affitto è troppo elevato, ognuno deve fare bene il suo mestiere». E chi sa sicuramente farlo è Zara, gruppo spagnolo fondato dal secondo uomo più ricco del mondo. Il gigante dell’abbigliamento – che vanta già una filiale al centro commerciale Lugano Sud – si è fatto avanti per aprire al Qm un negozio Zara Home, dedicato agli articoli per la casa, una prima per il Ticino. «Ci sarebbe piaciuto, ma purtroppo abbiamo dovuto declinare: chiedevano uno spazio di seicento metri quadri. Non abbiamo nulla di così grande. Un peccato».