Scalo, Città compatta, Verdi: ‘Pausa!’
Red
Nessun ritiro del messaggio, l’esecutivo di Lugano segue il sindaco e sull’aeroporto non intende fare passi indietro. Il tema è stato affrontato nella seduta di ieri dopo i segnali negativi giunti da Adria Airways, proprietaria di Darwin Airline, che ha annunciato di garantire i voli su Roma e Ginevra solo fino alla fine dell’anno e sta ristrutturando ad Agno, dove a rischio ci sono venti posti di lavoro. Prima di intraprendere altre strade, la Città vuole diradare le incertezze emerse negli ultimi giorni e incontrare i vertici di Swiss e di Adria. Non la pensano allo stesso modi i Verdi del Luganese che in una nota stampa diramata ieri e firmata dal membro di comitato Fabrizio Tarolli ritengono sia meglio fare una pausa di riflessione: “Alla luce delle ultime notizie sull’abbandono dei voli di linea per Ginevra e Roma da parte di Darwin Airlines si intensificano i dubbi sull’opportunità di un ulteriore impegno finanziario di 20 milioni da parte della Città di Lugano”. I Verdi ritengono che “un tale impegno oggi non si giustifichi visto che negli ultimi anni le condizioni quadro sono radicalmente cambiate. Con il miglioramento dei collegamenti ferroviari (AlpTransit, Ceneri compreso, e il collegamento veloce con Malpensa) si raggiungono in tempi brevi gli hub aeroportuali”. E ancora: “L’avvento dei voli low cost non favorisce voli diretti di linea da Lugano per altre destinazioni. L’utenza è insufficiente da anni. Se in passato Città e Cantone hanno sempre sostenuto finanziariamente l’aeroporto, questo era in parte accettabile finché il gettito fiscale del settore bancario era considerevole nelle casse cittadine e cantonali. Oggi non lo è più. L’aeroporto è un lusso”. Da qui, a livello finanziario, “non si può chiedere continuamente ai contribuenti di mantenere una struttura deficitaria. La stessa oculatezza che si utilizza per gli investimenti privati deve valere anche per quelli pubblici”. I Verdi del Luganese chiedono “di limitare ulteriori finanziamenti pubblici per l’aeroporto allo stretto necessario per il mantenimento dell’esercizio e di approfondire in tempi brevi alternative sia di gestione (privati) che di utilizzo”. Meglio, “pianificare per tempo l’uscita da situazioni che si sono dimostrate senza prospettive. Così come l’uscita dalle energie non rinnovabili, grazie a tecnologie nuove, così l’uscita dall’aeroporto ormai anacronistico. Romantico e nostalgico ma irrazionale”.