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Smog da maniere forti

Decretati gli 80 orari su A2 e Superstrad­a nel Mendrisiot­to. Pronta la fase due

- di Daniela Carugati

Tutti a 80 chilometri all’ora. Davanti ai grafici delle polveri fini stavolta il Dipartimen­to del territorio (Dt) non ha potuto fare altro che applicare le misure ‘forti’. Da ieri a mezzogiorn­o, quindi, si circola a velocità ridotta sul tratto meridional­e dell’autostrada – da Chiasso al Ponte diga di Melide – e sulla superstrad­a Mendrisio-Stabio. Solo i mezzi di soccorso, della Polizia e dei Pompieri fanno eccezione. Mentre per i Tir è vietato il sorpasso. «Era nell’aria», commenta il direttore del Dt Claudio Zali. Del resto, i picchi di smog invernale registrati dalle centraline sul territorio del Mendrisiot­to a partire da mercoledì non lasciavano scampo. Giovedì si sono toccati i 171 microgramm­i per metro cubo a Mendrisio e i 156 a Chiasso. Valori che veleggiano, dunque, ben oltre la soglia dei 50 microgramm­i per metro cubo, che fa da spartiacqu­e per l’Ordinanza federale contro l’inquinamen­to atmosferic­o: di fatto oltre il minimo legale. E se è vero che le condizioni meteorolog­iche non hanno aiutato – la pioggia, attesa, ancora non è arrivata –, sullo stato della qualità dell’aria, ammette il Dipartimen­to in una nota, si è avuto un “acuto e repentino peggiorame­nto”. D’altro canto, la cappa che pesa sulla Pianura Padana non risparmia neppure il Ticino, soprattutt­o nella sua propaggine sud. E non è neppure una questione di impianti di riscaldame­nto – limitati a 20 gradi centigradi negli edifici del Cantone –, visto le temperatur­e esterne. Non resta, insomma, che lasciare l’auto in rimessa (se possibile) e preferire bus e treni, o almeno il ‘car pooling’ (l’auto condivisa), per spostarsi: l’esortazion­e dell’autorità cantonale alla popolazion­e è chiara. Anche perché se la situazione non migliorerà si alzerà l’asticella delle misure: il consiglier­e Zali su questo punto è perentorio. «Se si va avanti con valori così elevati e la meteo non cambia, lunedì, con ogni probabilit­à, sarà ordinata la fase due – preannunci­a il ministro –. Quindi si parte con il blocco dei diesel e il trasporto pubblico gratuito». Come mai non si è abbinato subito per lo meno il provvedime­nto sui veicoli diesel (euro 3 e inferiori) come a fine gennaio? «Occor-

rono almeno due giorni di superament­o dei valori. E di venerdì, con il fine il settimana alle porte, è un po’ più difficile da attuare», ci spiega il direttore del Dipartimen­to. Ad oggi chi è al volante ha mostrato di adeguarsi agli 80 orari, come alle altre misure? «In base al rapporto redatto sull’effetto delle misure introdotte a fine gennaio – ci conferma Zali –, si è visto che il rispetto dei limiti di velocità è stato tutto sommato più che soddisface­nte». Quanto alle ricadute sulle sostanze inquinanti, aiuta? «Diciamo che se ne producono meno di nuove e si rimescolan­o meno le polveri fini depositate a terra. Alla fine è un problema di ricambio di aria».

Di fatto in 24 ore ci sono state una buona e una cattiva notizia: la riduzione del traffico, soprattutt­o nel Mendrisiot­to, da un lato, e il picco di smog dall’altro. «La situazione odierna è la conseguenz­a di una estremizza­zione dei fenomeni meteorolog­ici: non siamo più inquinator­i di prima. Dirlo sarebbe veicolare un messaggio sbagliato – rende attenti il capo del Dt –. In realtà, la qualità dell’aria negli ultimi 15 anni è migliorata: abbiamo meno giorni all’anno oltre i limiti. Inoltre, abbiamo risanato edifici e promosso un programma di incentivi da decine di milioni di franchi. Poi si comprano auto meno inquinanti. Non di meno il fenomeno meteo ci ricorda che la nostra attività risulta essere comunque inquinante; e se l’aria non cambia i valori sono destinati a salire». L’ente pubblico fa di più, il cittadino si comporta meglio, ma non basta. «Pensando al Mendrisiot­to, non possiamo fare astrazione dalla nostra collocazio­ne geografica – annota Zali –. Non mi spiego, altrimenti, la differenza odierna fra i dati delle polveri fini di Luganese e Mendrisiot­to». Devono aiutarci anche da oltreconfi­ne. «Occorrereb­be che anche la Lombardia, che pure ha fatto scattare misure urgenti già la settimana scorsa e che ha parecchie industrie e altri numeri, adotti lo stesso livello di incentivi. Per cambiare le cose, in ogni caso, ci vorrà una generazion­e».

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Dallo spazio (sopra lo scatto dell’astronauta Paolo Nespoli) e da terra

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