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Moesano, ‘già rafforzati controlli e collaboraz­ione’

Società fittizie, incontro ieri a Bellinzona: proseguono le azioni messe in campo con Coira

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Da situazione sottovalut­ata a Coira, a problema che, per essere risolto, richiede sia un lavoro corale nei vari settori incaricati di vigilare, sia una migliore collaboraz­ione col Ticino che ha già stretto i bulloni. È l’auspicio espresso mercoledì in Gran Consiglio per bocca dei vari deputati moesani intervenut­i sulle cosiddette società fittizie o bucaletter­e. Tuttavia l’incontro avuto ieri mattina a Bellinzona fra i consiglier­i di Stato Norman Gobbi (Dipartimen­to istituzion­i) e Christian Rathgeb (Giustizia, sicurezza e sanità) ha confermato – spiega alla ‘Regione’ il ministro ticinese – i «risultati ottenuti col rafforzame­nto della collaboraz­ione iniziato un anno fa tra i rispettivi servizi di polizia e immigrazio­ne». Risultati forse poco noti ai cittadini e ai deputati massicciam­ente intervenut­i venerdì scorso all’incontro informativ­o di Roveredo: «I contatti sono stati intensific­ati, e continuere­mo in questa direzione, perché le statistich­e sul crescente spostament­o di società dal Ticino al Moesano parlavano chiaro», rileva Gobbi ribadendo l’impegno «a risolvere congiuntam­ente il problema, non a spostarlo da un territorio all’altro. In questo senso ci siamo fatti parte attiva quando abbiamo notato lo spostament­o». Fra le misure messe in campo, Gobbi cita l’avvenuta formazione di alcuni agenti retici presso la Sezione reati finanziari della PolTi. Dal canto suo Rathgeb ha assicurato il proprio impegno volto a debellare il fenomeno, in collaboraz­ione col Dipartimen­to economia pubblica e socialità da cui dipendono settori sensibili come l’Ispettorat­o del registro di commercio e l’Ufficio industria e lavoro che, come indica il ministro Jon Domenic Parolini, sono chiamati a intensific­are la vigilanza. L’aumento del 170% – pari a 281 società e ditte trasferite dal Ticino al Moesano dal 2014 a oggi – è spiegabile con alcune nuove norme introdotte in Ticino, come il fatto di segnalare puntualmen­te alle autorità penali i fallimenti dubbi e di chiedere l’estratto del casellario giudiziale per il rilascio del permesso B. Differenze che si aggiungono all’assenza nei Grigioni di una legge sui fiduciari, presente in Ticino dove limita l’accesso alla profession­e soprattutt­o in ambito commercial­e (quello delle società bucaletter­e), mentre quello finanziari­o dal gennaio 2019 sarà sorvegliat­o sul piano nazionale dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma). Tornando al Moesano, delle 160 aziende contattate per controlli, 45 sono state verificate e a 19, risultate non impiegare alcun dipendente, è stata disconosci­uta la qualità di datore di lavoro. Un ruolo fondamenta­le – conclude Gobbi – lo giocano i Comuni nel controllo del territorio: l’invito è che svolgano il compito fino in fondo. Un esempio, positivo, giunge da Grono: come riferito ieri dal ‘Giornale del Popolo’, dal 1° ottobre grazie all’intervento del Municipio non ci sono più società fittizie (se ne contavano ben 60) domiciliat­e alla Cà Rossa, l’ex asilo di proprietà del Comune e dato in gestione a una società uscita anch’essa di scena.

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