Bellinzona, gli amici di bassa Lega
Segue da pagina 9 Durante tale giornata ho potuto respirare un’aria purtroppo insolita: un’aria di speranza e di consapevolezza, la quale dimostra che non tutta la popolazione è condizionata dal metodo politico destroide, basato su insicurezze e paure; che c’è ancora chi crede nella creazione di un paese che sia il più accogliente possibile, che metta a disposizione di chi ha bisogno le proprie risorse, che possa sfruttare in maniera positiva l’arrivo di nuove culture assimilandone quanto di positivo; che riconosca l’apporto anche economico del quale beneficiamo e che riconosca la volontà di queste persone nel volersi integrare, a rimettersi in gioco e rimboccarsi le maniche, nonostante il loro difficile passato possa portare chiaramente alla totale diffidenza verso persone e istituzioni. Con questa sensazione positiva ho passato la mia fine di settimana, giungendo poi al totale crollo di tali sensazioni alle 20.10 di lunedì 16 ottobre, quando in apertura di seduta di Consiglio comunale ho assistito a un’azione deprecabile da parte del gruppo Lega/Udc/ Ind./Noce, il quale ha accusato i candidati alla naturalizzazione di procedere con un assalto alla diligenza, facendo riferimento alla più restrittiva e futura revisione delle norme di procedura in ambito di naturalizzazioni. Nel suo in- tervento, la capogruppo Lelia Guscio ha quindi annunciato l’astensione o voto contrario nei confronti di tutte le candidature in votazione. Confermando quanto anticipato, il gruppo ha dato inoltre l’impressione, come se l’azione di per sé non fosse già sufficientemente discutibile, di votare a caso (per il no o per l’astensione). Alla luce di quanto successo credo siano doverosi chiarimenti. Il numero di candidati, per alcuni elevato, è frutto di tutte le candidature che avevano già preso avvio durante l’esistenza dei vecchi Comuni e che l’attuale legislativo della Città si trova a dover evadere. I candidati devono sostenere un iter non semplice per l’acquisizione della cittadinanza, dato dalle tempistiche (anni), dispendio di denaro (la cittadinanza non è gratuita!) e in alcuni casi di esami attitudinali. Nondimeno, tutti i candidati sono ascoltati dalla competente Commissione, la quale ha la possibilità di approfondire tutte le candidature (pure il gruppo Lega&Co. vi ha i propri rappresentanti!). Ritengo quindi che queste persone meritino maggiore rispetto da parte delle istituzioni e che non sia accettabile che alcune forze politiche giochino con il futuro delle persone unicamente per lanciare segnali politici (nemmeno a dire che possibili cambiamenti a livello di politica migratoria siano di competenza dei legislativi comunali) senza minimamente preoccuparsi delle conseguenze possibili. I proclami retorici quali “l’attinenza comunale non è un diritto acquisito” dovrebbero far posto al doveroso impegno dei consiglieri comunali eletti nell’esaminare e pronunciarsi con serietà e coscienza anche su decisioni di questo tipo. Auspico quindi che il movimento congiunto di destra, in futuro non solo non applichi questo trattamento ai candidati, ma che ne premi l’impegno e la perseveranza nell’ottenimento della cittadinanza svizzera.