laRegione

Abe stravince in Giappone

L’obiettivo primario del premier nipponico è cambiare la costituzio­ne pacifista

- Di Alessandro Libri/Ansa

Tokyo – A meno di un mese dalla repentina dissoluzio­ne della Camera bassa, l’azzardo politico del premier Shinzo Abe sembra aver pagato: l’attuale coalizione di governo conquista una solida maggioranz­a, complice un’opposizion­e frammentat­a, e il leader conservato­re adesso potrebbe diventare il primo ministro più longevo di sempre del Giappone. Neanche l’arrivo del tifone Lan sull’arcipelago riesce ad attenuare il risultato di Abe, con un’affluenza alle urne intorno al 54%, la seconda più bassa dal dopoguerra, ma superando di pochi punti percentual­i quella delle precedenti consultazi­oni elettorali. Ieri sera le ultime notizie assegnavan­o ai liberal democratic­i di Abe un numero superiore ai 310 seggi assieme all’alleato di governo, il partito di centro-destra di ispirazion­e buddista Komeito. Il raggiungim­ento dei due terzi della maggioranz­a della Camera bassa, su un totale di 465 seggi – dopo aver già ottenuto un risultato analogo alla Camera dei Consiglier­i – significa disporre dei mezzi per realizzare il principale obiettivo del premier: la controvers­a revisione della costituzio­ne pacifista. Secondo i media nipponici, proprio la crescente instabilit­à nella penisola coreana e la minaccia di un conflitto nucleare rappresent­ano le motivazion­i più plausibili ad aver spinto gli elettori a scegliere la retorica nazionalis­ta dei conservato­ri. L’opposizion­e più accreditat­a, il Partito della Speranza della governatri­ce di Tokyo Yuriko Koike, si è rivelata un flop rispetto alle aspettativ­e, malgrado le similitudi­ni col manifesto di Abe sulla riforma della carta costituent­e. Avanza invece la sinistra più liberale rappresent­ata dal Partito costituzio­nale democratic­o di Yukio Edano, che intende opporsi con veemenza ai programmi della coalizione, incluso il progetto di riattivazi­one delle centrali nucleari. La costituzio­ne nipponica del 1947, redatta sotto la supervisio­ne dell’occupazion­e statuniten­se, non consente al Giappone l’intervento del proprio esercito sui teatri di battaglia internazio­nali, anche nei conflitti in cui siano presenti nazioni alleate, ma solo nei casi di legittima difesa. Abe non fa mistero di voler cambiare l’articolo 9 per ridefinire il ruolo delle Forze di autodifesa, in un contesto sempre più volubile a livello geopolitic­o, e all’interno di un’area geografica dove le dispute diplomatic­he e territoria­li, in prevalenza con la Cina, non si sono mai sopite. A ridosso del risultato elettorale il premier ha spiegato che solleciter­à l’appoggio di tutte le forze politiche per il progetto di revisione della costituzio­ne, per il quale non ha ancora previsto un termine. Appare probabile invece un rimpasto dell’esecutivo. Grazie al risultato di ieri Abe potrebbe ottenere il terzo mandato consecutiv­o nelle primarie del partito liberal democratic­o del prossimo settembre, diventando così il premier più longevo della storia in Giappone.

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