Autobus low cost, i paletti dell’Utp
Pullman a lunga percorrenza, il punto con il direttore dell’Utp Ueli Stückelberger L’Uft deciderà nelle prossime settimane se autorizzare i bus della zurighese Domo Reisen. ‘Se completano in modo mirato la rete attuale, nessun problema’.
L’Uft deciderà a breve se autorizzare i bus della Domo Reisen a circolare tra le principali città svizzere. Il punto con Ueli Stückelberger, direttore dell’Unione dei trasporti pubblici.
Lunedì l’Ufficio federale dei trasporti (Uft) ha deciso che la concessione per le linee ferroviarie a lunga percorrenza, in scadenza a fine anno, sarà di esclusiva competenza delle Ffs per altri due anni (cfr. ‘laRegione’ di ieri). Che ne è degli autobus low cost? Faranno presto concorrenza alle Ferrovie federali su questo lucrativo mercato? Una prima decisione dell’Uft al riguardo – sulle domande di concessione inoltrate dalla zurighese Domo Reisen, i cui dettagli sono stati rivelati domenica dalla ‘Nzz am Sonntag’ (cfr. sotto) – è attesa nelle prossime settimane, prima del cambiamento d’orario del prossimo 10 dicembre. Il Consiglio federale è favorevole all’aper- tura del mercato (cfr. ‘laRegione’ di venerdì). In Parlamento una mozione del consigliere nazionale Philippe Natermod (Plr/Vs) che chiede la liberalizzazione totale del trasporto di viaggiatori con autobus a lunga distanza in Svizzera è già stata approvata dalla Camera del popolo. Il Consiglio degli Stati deve ancora esprimersi. Dal canto loro, il sindacato Sev e l’Associazione traffico e ambiente non ne vogliono sentire parlare. L’Unione dei trasporti pubblici (Utp) invece non ne fa una questione di principio. Il suo direttore Ueli Stückelberger, in varie interviste rilasciate lo scorso febbraio, aveva messo in guardia “da una possibile valanga”. Ma oggi, anche alla luce dell’offerta presentata dalla Domo («che abbiamo deciso di non combattere»), il suo giudizio è più sfumato. «Già oggi in Svizzera – spiega alla ‘Regione’ – circolano bus a lunga percorrenza. Autopostale, ad esempio, copre la tratta Coira-Bellinzona; e il Tellbus viaggia tra Altdorf e Lucerna. Non si può dire che abbiano stravolto il sistema del trasporto pubblico. Se questi bus completano in modo mirato l’attuale rete, possiamo conviverci senza problemi». L’associazione mantello delle imprese di trasporto pubblico è contraria a una liberalizzazione totale. Rivendica una concorrenza ad armi pari tra Ffs, Autopostale e compagnie interessate al business, che possono gestire linee all’interno del Paese a condizione che queste non rappresentino una “concorrenza essenziale” per l’attuale offerta di trasporto pubblico. L’approccio dell’Utp è pragmatico: «Esaminare con cura ogni singola domanda di concessione», dice Stückelberger. A suo avviso quelle depositate da Domo Reisen, allo stadio attuale, non giustificano allarmismi. Non c’è il rischio che l’Uft, accogliendole, spiani la strada ad altri operatori intenzionati a seguire le orme dell’azienda zurighese? «I rischi li vediamo. Ma sarebbero importanti solo se in giro vi fossero troppi bus del genere. Se si cominciasse a preferirli al treno solo perché costano meno, allora sì avremmo un problema». E se dovesse sbarcare il colosso tedesco FlixBus [che oggi trasporta passeggeri attraverso la Svizzera ma non può farlo da un punto all’altro entro i confini elvetici, ndr]? «Non so se lo scenario è realistico. Dovrebbe versare salari svizzeri e garantire le condizioni usuali nel settore». Il che non fa rima con low cost.
Le condizioni
Per l’Utp fondamentale è che le condizioni quadro siano «identiche per tutti». Queste aziende, osserva Stückelberger, «devono rispettare l’obbligo di circolare secondo l’orario annunciato e indipendentemente dal fatto che il bus sia pieno o vuoto. Inoltre: rispetto delle disposizioni legali riguardanti le persone disabili, delle condizioni di lavoro [orari e salari in particolare, ndr] e delle prestazioni sociali in uso nel settore. Chiediamo anche che vengano riconosciuti gli abbonamenti generali e a metà prezzo».