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Kurz va dove lo porta il cuore

Il giovane leader dei Popolari austriaci propone all’estrema destra un’alleanza di governo Il cancellier­e in pectore cerca di tranquilli­zzare Bruxelles: il mio esecutivo avrà un orientamen­to chiarament­e filoeurope­o

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Vienna – Allora Haider non è passato invano. Sebastian Kurz, cancellier­e austriaco in pectore, ha invitato ieri l’estrema destra del Fpö a discutere l’ingresso (e sarebbe un ritorno) nel prossimo esecutivo. Vincitore delle elezioni legislativ­e di dieci giorni fa, il giovanissi­mo leader dei Popolari austriaci ha dunque fatto la scelta che gli veniva più naturale: cercare nell’estrema destra il partner di governo. I tempi di Jörg Haider sono lontani e questa volta Vienna non ha da temere ritorsioni da parte dell’Unione europea per l’ingresso di Heinz-Christian Strache (un erede ideale di Haider) nell’esecutivo. Kurz, che non ignora le “preoccupaz­ioni” di Bruxelles, ha assicurato che il prossimo governo austriaco “avrà un chiaro orientamen­to filoeurope­o”, e sarà per un’Europa “sussidiari­a”. Non essendo nato ieri, anche il suo futuro alleato ha messo da parte i discorsi sull’uscita di Vienna dall’Unione. Il cancellier­e socialdemo­cratico uscente Christian Kern ha bocciato la scelta di Kurz: «Sarà un governo ideologico, antidiluvi­ano di partiti di destra, che si sono avvicinati da tempo sul piano delle idee e dei contenuti. Avrei voluto risparmiar­e questo al Paese». Non fosse che il suo partito è uscito con le ossa rotte dal voto. Il presidente del Partito popolare europeo Manfred Weber non ha potuto che credere a Kurz: «È stato chiarissim­o – ha detto – sul fatto di volere un governo pro-Ue, non c’è una discussion­e su un’uscita dall’Europa o dall’euro». Il leader dei Popolari, incoronato dal voto del 15 ottobre, aveva anche accennato a una possibile riproposta di Grosse Koalition con i socialdemo­cratici, ma era una pura formalità. E non se ne è fatto niente. Nel partito dell’erede di Haider ha invece visto “molta voglia di fare e di cambiare il Paese”. «L’atmosfera positiva non deve ingannare nessuno. Non ci interessan­o le adulazioni e non gliela faremo facile», ha però annunciato dal canto suo Strache. Un po’ per alzare il prezzo della collaboraz­ione, un po’ reagendo alle sgradite riserve espresse dal presidente Alexander van der Ballen, ad esempio, sulle aspirazion­i del suo partito al Ministero degli interni o degli esteri. Ma Kurz ha affermato di non aver posto condizioni sul personale, per ora. Quel che conta sono i contenuti. I due partiti dialogano da tempo, e sono vicini su temi come la riduzione fiscale, e la limitazion­e dei migranti. «Non è un caso che si mettano insieme adesso. Questa coalizione Kurz la prepara da 18 mesi», ha sentenziat­o Kern. In effetti.

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KEYSTONE Il nuovo

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