I curdi iracheni rinviano le elezioni
Baghdad – Il parlamento della regione autonoma del Kurdistan ha approvato ieri il rinvio delle elezioni legislative, già in programma il primo novembre, estendendo il proprio mandato per altri otto mesi. La decisione è stata presa nel pieno delle tensioni con il governo di Baghdad, generate dal referendum sull’indipendenza curda del 25 settembre e dopo che, la settimana scorsa, le forze federali hanno ripreso il controllo di aree contese nel nord del Paese occupate negli ultimi tre anni dai Peshmerga. Il rinvio è stato approvato con i voti del Partito democratico del Kurdistan (Pdk) del presidente curdo Massud Barzani, dell’Unione patriottica del Kurdistan (Upk), feudo della famiglia Talabani, e da alcuni gruppi minori. Si è invece opposto Gorran, che ha denunciato il rinvio giudicando che esso serva “interessi personali e di parte”. L’altroieri, il ministro dell’Interno iracheno Kassim Al Araajy si era rivolto ai civili curdi fuggiti durante l’offensiva governativa della settimana scorsa, chiedendo loro di tornare nelle aree riprese dalle forze federali, assicurando che il governo sta lavorando per assicurare la pace e garantirà la sicurezza ai cittadini di tutte le etnie e confessioni religiose, senza quindi discriminare i curdi. E poiché non si vive di sola guerra, il Ministero del petrolio iracheno ha già avviato trattative con la compagnia petrolifera Bp per arrivare ad un accordo che dovrebbe aumentare la produzione di greggio dei pozzi della provincia di Kirkuk dagli attuali 470mila fino a 750mila barili al giorno. Non è che l’ha ripresa ai curdi per niente...