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Rinnovamen­to, parola alla Cassazione

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Approdano in Cassazione, a seguito del ricorso del nutrito collegio di difesa, due importanti processi – molto probabilme­nte saranno unificati – che se si concludera­nno con la conferma delle sentenze pronunciat­e nei primi due casi di giudizio, sanciranno una verità storica: il radicament­o della ’ndrangheta in Ticino. I due processi riguardano l’operazione Rinnovamen­to, che nel dicembre 2014 aveva portato all’arresto di 57 persone accusate di aver fatto parte o essere state al servizio della cosca dei fratelli Martino (Giulio, Vincenzo e Domenico), legata al potente clan reggino Libri-Di Stefano-Tegano. Nei due gradi di giudizio i fratelli Martino sono stati condannati a 20 anni (Giulio e Vincenzo, entrambi con precedenti) e 11 anni e 3 mesi (Domenico, incensurat­o) e 7 anni e 2 mesi Roberta Cafagna, moglie di Giulio Martino. Il ruolo della donna – nella ricostruzi­one dei pm antimafia Paola Biondolill­o e Marcello Tatangelo, della Dda di Milano – sarebbe stato quello di sovrintend­ere agli investimen­ti dei consistent­i proventi derivanti dal traffico internazio­nale di cocaina, che proveniva in quantitati­vi industrial­i da Santo Domingo. Soldi che nel corso degli anni sono stati investiti anche a Chiasso (per l’acquisto di uno stabile davanti alla stazione internazio­nale, sotto sequestro cautelativ­o), a Sanremo (l’albergo Rosa dei Venti) e in Toscana (dove un convento dismesso è stato trasformat­o in un grande residence). A Chiasso Giulio Martino era entrato nel settore immobiliar­e per il tramite di Franco Longo, 63enne molisano residente a Vacallo in carcere dal dicembre 2014, e del fratello Domenico, finto frontalier­e con permesso G pure residente a Vacallo. Attività che serviva per riciclare ingenti capitali, provenient­i oltre che dal traffico di cocaina e hashish dall’Est europeo, anche da usura ed estorsioni. Longo, la donna e un ex fiduciario del Mendrisiot­to (nonché ex municipale di Chiasso) il 4 dicembre saranno processati, nell’ambito del filone ticinese legato all’operazione Rinnovamen­to dai giudici della Corte del Tribunale penale federale di Bellinzona per organizzaz­ione criminale, riciclaggi­o di denaro, falsità in documenti e infrazione alla Legge federale sugli stranieri. M.M.

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