Passatori, usura da condanna
Hanno aiutato, a vario titolo, l’entrata in Svizzera di 252 migranti. Ora, per i quattro passatori a processo da lunedì alla Corte delle Assise criminali di Mendrisio, oltre alla condanna toccherà stare fuori dai confini elvetici per 10 anni. Il presidente della Corte Marco Villa ieri ha infatti confermato l’atto d’accusa firmato dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli nei confronti dei 4 passatori di origine ghanese, accusati di usura per mestiere e incitazione aggravata all’entrata, alla partenza o al soggiorno illegali (vedi ‘laRegione’ di ieri). Trentatré mesi (10 da espiare e i restanti sospesi per un periodo di 3 anni) alla 23enne difesa dall’avvocato Deborah Gobbi e 36 mesi in parte sospesi per il 24enne difeso da Caterina Jaquinta Defilippi. I due condannati, allora legati sentimentalmente, tra ottobre e dicembre 2016 hanno organizzato – dietro un compenso tra i 90 e i 150 euro per viaggio – un vero e proprio business: dopo il ritiro alla stazione di Albate-Camerlata (Como) trasportavano i migranti a Lugano o a Zurigo. Il tutto utilizzando dapprima un’automobile e poi noleggiando un furgone da 9 posti. Un modus operandi ben architettato e documentato anche dai 52 attraversamenti doganali avvenuti al valico di Ponte Faloppia. Condannati anche gli altri due imputati i quali – ancora l’altroieri in aula – hanno contestato i reati. Un 40enne e un 21enne, difesi dagli avvocati Marco Masoni e Olivier Ferrari, che hanno sin da subito sostenuto d’essere stati solamente degli interpreti per la lingua araba e d’aver accompagnato i migranti dal centro per rifugiati di Como sino alla stazione ferroviaria. Per loro, la Corte ha emesso una condanna a 24 mesi di carcere, 16 di questi sospesi per un periodo di prova di 3 anni. Ai quattro, come detto, è stata anche ordinata l’espulsione dalla Svizzera per 10 anni. SLI