Argo 1: quante panzane!
Comincia male e continua peggio la lettera di Luigi Soldati, pubblicata dal CdT sabato scorso, 21 ottobre. Infatti, scrivere che “la Rsi con il servizio di Falò ha riattizzato il fuoco, anche se non ha svelato molto di nuovo, salvo fare alcune insinuazioni” è una panzana bell’e buona! Quanti squallidi retroscena ha svelato Falò, retroscena che sarebbero stati volentieri nascosti sotto il tappeto all’insegna del “va tutto ben, Madama la Marchesa”. Quanto alle insinuazioni: si può credere che la Rsi abbia il toupet di annunciare urbi et orbi gravi violazioni del codice penale senza aver le spalle coperte, esponendosi così a eventuali denunce (che del resto non sono ancora arrivate)? Poi, purtroppo, l’ex deputato Ppd sembra vittima di una deriva leghista, lanciandosi in una filippica degna del Mattino della Domenica: “Il quotidiano sopracenerino laRegione (…) ergendosi a nuovo moralizzatore del cantone, è divenuto il megafono del Partito Socialista e del sindacalista Unia Matteo Pronzini”. No, caro ex deputato: non bisogna essere portavoce del Ps o reggere la coda all’eroico Matteo (da solo o quasi a difendere i più deboli) per rivelare il marcio che talvolta si annida pure nell’amministrazione pubblica. laRegione ha svolto il suo lavoro con un lavoro giornalisticamente davvero dignitoso (la perfezione non esiste…) e ha ribadito ciò che lei – non so se anche il suo partito: spero di no, per la credibilità stessa della sua formazione politica, messa di fronte a fatti inconfutati (dalla Procura) e inconfutabili secondo il buon senso riguardo sempre a quella realtà che a volte fa male – vorrebbe veder dimenticato. In quanto a Pronzini e a Unia (che nient’altro fanno se non svolgere al meglio il proprio lavoro), ben venga qualcuno che non faccia proprio il motto “debole coi forti e forte coi deboli”. Lei prosegue dicendo che Paolo Beltraminelli “ha ammesso gli errori commessi. Errori che, contrariamente alle insinuazioni (di chi, quando? Le accuse sono sempre state documentate, non sono semplici insinuazioni, ndr), ad oggi non hanno dato evidenza di violazioni del Codice penale”. E ci mancherebbe! Nessuno certo vuole il Beltrasereno in galera, ma oltre alle responsabilità da Codice penale, esiste anche quella politica! Un Consigliere di Stato che sbaglia e poi prosegue nell’errore per ben tre anni 3 (arrogandosi da solo e contro le leggi vigenti il diritto di elargire 3 milioni e passa di franchetti) può farla franca nell’ambito penale, ma politicamente – almeno ai miei occhi – risulta se non del tutto bruciato almeno gravemente ustionato. “I soldi pubblici (…) sono finiti nelle tasche di chi ha fornito delle prestazioni reali”, scrive lei. Peccato che da quelle tasche non siano poi uscite le prestazioni sociali dovute e degli stipendi degni di questo nome. “Scopriamo che (…) il supertestimone di Falò (santo subito, come la Signora Bosia), oltre a essere legato a Unia e a Pronzini, beneficia dell’invalidità in Italia”. L’indennità di un testimone che la Procura ha ribadito “essere attendibile” è di 230 euro mensili (sai che cifra!) per un lavoratore che può sindacalmente legarsi a chicchessia (Unia e Pronzini sono forse il diavolo?!?) e che non ha esitato a esporsi in prima persona per denunciare il marcio che regna(va) nell’Argo 1. Spero che almeno il suo riferimento alla Signora Bosia “Santa subito” sia autentico, poiché la Signora non ha fatto altro che applicare il secondo importantissimo Comandamento della Fede Cristiana (c’è ancora il riferente cristiano nel Ppd?) che recita e di conseguenza impone “ama il tuo prossimo come te stesso”. Anche quando – o forse soprattutto – il tuo prossimo è quell’umanità disperata e suo malgrado ingombrante costretta all’accampamento di fortuna alla stazione di Como.