La cena ‘servita’ a giugno
Argo 1, Bernasconi apprende dei fatti di Bormio ma non informa Procura e governo
Il capodivisione al Dss Renato Bernasconi. All’incontro con Fiorini partecipa anche il compagno Fiorenzo Dadò
Qualcuno ai piani alti, anche se non altissimi, del Dipartimento sanità e socialità sapeva – oltre tre mesi prima delle rivelazioni della ‘Rsi’ (Quotidiano/Falò) – della cena offerta a Bormio alla responsabile, in seno allo stesso Dss, del Servizio richiedenti l’asilo e al suo compagno, allora capogruppo oggi presidente del Ppd. Qualcuno già a giugno sapeva della cena, valore 150 euro, offerta a Carmela Fiorini ea Fiorenzo Dadò, durante il loro soggiorno nell’ottobre 2014 nella località valtellinese, da Marco Sansonetti, all’epoca capo operativo della Argo 1, l’agenzia di sicurezza con la quale il mese precedente il Dipartimento diretto dal popolare democratico Paolo Beltraminelli aveva sottoscritto il contratto per la sorveglianza di centri per asilanti. Questo qualcuno è Renato Bernasconi, alla testa dall’ottobre 2016 della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, autore fra l’altro della controversa email di settimana scorsa al direttore della Securitas con cui, alla luce di un articolo del ‘Corriere del Ticino’, “a titolo cautelativo ti chiediamo di non voler impiegare” un agente, già operativo in Argo 1, per il controllo del Centro profughi di Camorino. L’agente è stato nel frattempo reintegrato in servizio. Bernasconi sapeva dei fatti valtellinese ma, interrogato poco più di tre settimane fa dal Ministero pubblico, ha dichiarato di non aver informato, o di aver ritenuto di non dover informare, né Beltraminelli, né la Procura ai sensi della Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato (la Lord). Così come ha ritenuto di non dover sanzionare, ai sensi del Regolamento dei dipendenti dello Stato, Fiorini. Quest’ultima è stata scagionata in settembre, con decreto del Ministero pubblico, dal reato di accettazione di vantaggi in relazione alla cena offerta e al soggiorno prenotato da Sansonetti: a suo carico il governo ha tuttavia avviato una procedura disciplinare in base alla Lord. Ed è stato penalmente scagionato anche Bernasconi per come ha gestito quanto saputo mesi fa. Stando a nostre informazioni, il capodivisione viene a conoscenza dei fatti di Bormio agli inizi di giugno in un incontro chiesto da Fiorini per fare chiarezza dopo aver appreso di voci sulla sua trasferta in Valtellina. Presenti all’incontro, oltre a Bernasconi e Fiorini, un funzionario ausiliario dell’Ussi (Dss), assunto in febbraio, che avrebbe raccolto quelle voci in ambienti della sicurezza ex Argo 1, nonché il compagno di Fiorini. Cioè Fiorenzo Dadò, preoccupato, pare, che la storia di Bormio venisse resa pubblica (ieri abbiamo cercato di raccogliere una sua reazione: «Sono all’estero», «Andate avanti con le illazioni», «Leggete liberatv», questi alcuni degli sms inviatici da Dadò). Nelle scorse settimane l’ausiliario dell’Ussi si manifesta in Procura. Il 4 ottobre Fiorini viene (ri)sentita dagli inquirenti, ma stavolta come persona informata sui fatti. E viene sentito pure Bernasconi. Come scritto, nessun illecito penale.