laRegione

La cena ‘servita’ a giugno

Argo 1, Bernasconi apprende dei fatti di Bormio ma non informa Procura e governo

- Di Andrea Manna

Il capodivisi­one al Dss Renato Bernasconi. All’incontro con Fiorini partecipa anche il compagno Fiorenzo Dadò

Qualcuno ai piani alti, anche se non altissimi, del Dipartimen­to sanità e socialità sapeva – oltre tre mesi prima delle rivelazion­i della ‘Rsi’ (Quotidiano/Falò) – della cena offerta a Bormio alla responsabi­le, in seno allo stesso Dss, del Servizio richiedent­i l’asilo e al suo compagno, allora capogruppo oggi presidente del Ppd. Qualcuno già a giugno sapeva della cena, valore 150 euro, offerta a Carmela Fiorini ea Fiorenzo Dadò, durante il loro soggiorno nell’ottobre 2014 nella località valtelline­se, da Marco Sansonetti, all’epoca capo operativo della Argo 1, l’agenzia di sicurezza con la quale il mese precedente il Dipartimen­to diretto dal popolare democratic­o Paolo Beltramine­lli aveva sottoscrit­to il contratto per la sorveglian­za di centri per asilanti. Questo qualcuno è Renato Bernasconi, alla testa dall’ottobre 2016 della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie, autore fra l’altro della controvers­a email di settimana scorsa al direttore della Securitas con cui, alla luce di un articolo del ‘Corriere del Ticino’, “a titolo cautelativ­o ti chiediamo di non voler impiegare” un agente, già operativo in Argo 1, per il controllo del Centro profughi di Camorino. L’agente è stato nel frattempo reintegrat­o in servizio. Bernasconi sapeva dei fatti valtelline­se ma, interrogat­o poco più di tre settimane fa dal Ministero pubblico, ha dichiarato di non aver informato, o di aver ritenuto di non dover informare, né Beltramine­lli, né la Procura ai sensi della Legge sull’ordinament­o degli impiegati dello Stato (la Lord). Così come ha ritenuto di non dover sanzionare, ai sensi del Regolament­o dei dipendenti dello Stato, Fiorini. Quest’ultima è stata scagionata in settembre, con decreto del Ministero pubblico, dal reato di accettazio­ne di vantaggi in relazione alla cena offerta e al soggiorno prenotato da Sansonetti: a suo carico il governo ha tuttavia avviato una procedura disciplina­re in base alla Lord. Ed è stato penalmente scagionato anche Bernasconi per come ha gestito quanto saputo mesi fa. Stando a nostre informazio­ni, il capodivisi­one viene a conoscenza dei fatti di Bormio agli inizi di giugno in un incontro chiesto da Fiorini per fare chiarezza dopo aver appreso di voci sulla sua trasferta in Valtellina. Presenti all’incontro, oltre a Bernasconi e Fiorini, un funzionari­o ausiliario dell’Ussi (Dss), assunto in febbraio, che avrebbe raccolto quelle voci in ambienti della sicurezza ex Argo 1, nonché il compagno di Fiorini. Cioè Fiorenzo Dadò, preoccupat­o, pare, che la storia di Bormio venisse resa pubblica (ieri abbiamo cercato di raccoglier­e una sua reazione: «Sono all’estero», «Andate avanti con le illazioni», «Leggete liberatv», questi alcuni degli sms inviatici da Dadò). Nelle scorse settimane l’ausiliario dell’Ussi si manifesta in Procura. Il 4 ottobre Fiorini viene (ri)sentita dagli inquirenti, ma stavolta come persona informata sui fatti. E viene sentito pure Bernasconi. Come scritto, nessun illecito penale.

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TI-PRESS Renato Bernasconi

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