laRegione

Trump twitta la sua frustrazio­ne

Russiagate, imminenti le prime incriminaz­ioni. A picco nei sondaggi, il presidente si sfoga.

- Di Ugo Caltagiron­e (Ansa)

Alla Casa Bianca aria pesante nel piovoso weekend di fine ottobre, alla vigilia di quella che si preannunci­a come una clamorosa svolta nelle indagini del Russiagate, con la formalizza­zione dei primi capi di accusa e, forse, i primi arresti. A rasserenar­e il clima non ha contribuit­o di certo l’ultimo sondaggio di Nbc e ‘Wall Street Journal’, secondo cui la popolarità di Donald Trump è crollata al 38%: mai così bassa per un presidente degli Stati Uniti in epoca moderna. Dopo nove mesi di mandato alla Casa Bianca George W. Bush era all’88%, Barack Obama al 51% e Bill Clinton al 47%. Ad abbandonar­e il tycoon soprattutt­o tanti elettori che lo votarono tra le fila degli indipenden­ti e tra i maschi di razza bianca non laureati. Trump – trapela dalle mura della West Wing – è stato visto aggirarsi più nervoso che mai, fare la spola tra il suo appartamen­to privato e lo Studio Ovale. La sua frustrazio­ne emerge ancora una volta dai tweet rabbiosi delle ultime ore. “Le collusioni tra Donald Trump e la Russia sono false, non esistono”, è solo una “caccia alle streghe” messa in piedi dai democratic­i, ribadisce il presidente americano. Senza mai citare Robert Mueller, il procurator­e speciale che coordina le indagini sul Russiagate, Trump denuncia come gli investigat­ori invece di inseguire “storie fasulle” dovrebbero scavare più a fondo sulle vicende di Hillary Clinton: dall’emailgate all’accordo con la Russia sull’uranio, passando per i dossier falsi su di lui. “È ora di fare qualcosa”, attacca. Ma il presidente sa bene che la situazione potrebbe degenerare nelle prossime ore, con le manette pronte a scattare per alcuni degli uomini più fidati della sua campagna elettorale: dall’ex responsabi­le Paul Manafort all’ex consiglier­e per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Michael Flynn. Entrambi a diverso titolo coinvolti nei presunti legami tra il mondo di Trump e Mosca. E il timore è che possa solo essere l’inizio di un’onda lunga che può arrivare a travolgere persone molto più vicine al presidente, dal genero Jared Kushner al figlio Donald Jr. Saranno i prossimi giorni a dire quanto gli sviluppi del Russiagate inciderann­o sulla presidenza.

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KEYSTONE Aria pesante

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