La prevenzione è di tutti
Lotta al terrorismo, anche scuole e associazioni chiamate a fare la loro parte Rivelate le grandi linee del Piano d’azione nazionale atteso entro fine anno. Ai servizi segreti la responsabilità dei corsi di formazione nei centri d’asilo.
Una nuova disposizione che sanzioni reclutamenti, addestramenti e viaggi a finalità jihadista; l’estensione della norma penale contro le organizzazioni criminali a quelle terroristiche; e un inasprimento delle pene: il progetto governativo di revisione del Codice penale, in consultazione fino a metà ottobre, è stato accolto con favore da partiti e organizzazioni. Qualche resistenza potrebbe invece suscitare un altro tassello del ‘pacchetto’ di misure per meglio lottare contro il terrorismo che il Consiglio federale aveva presentato in giugno: il Piano d’azione nazionale (Pna) contro la radicalizzazione e l’estremismo violento. La ‘SonntagsZeitung’ ne ha anticipato ieri le grandi linee, oggetto di una “proposta interna” che già solleva perplessità. I 26 punti elencati nel documento suffragano la convinzione, ribadita ancora poco prima dell’estate dalla ministra di Giustizia e Polizia Simonetta Sommaruga, che il jihadismo non si possa combattere con la sola repressione. Tra le misure preventive, elaborate di concerto fra Confederazione e Cantoni, figura la creazione di uffici di consulenza a livello cantonale ai quali chiunque si possa rivolgere per segnalare casi sospetti di radicalizzazione. Non si esclude nemmeno, scrive la ‘SonntagsZeitung’, di istituire un ufficio di coordinamento a livello nazionale: sarebbe incaricato di formare il personale specializzato e di informare il pubblico. Altre proposte riguardano il settore scolastico. Sarebbero previsti “mezzi di insegnamento e materiale pedagogico riguardanti la tematica della radicalizzazione”. Gli alunni, inoltre, dovrebbero essere tra l’altro formati a gestire contenuti critici in internet. Compiti supplementari per i docenti, dunque. Una prospettiva che non piace: “Non può essere che sempre nuovi compiti siano delegati alla scuola. Ciò provocherà a ragione delle resistenze in alcuni docenti”, ha dichiarato Marion Heidelberger, vicepresidente della Schweizer Lehrerverband, l’associazione mantello dei docenti.
Nuovo compito per il Sic
Un’altra serie di provvedimenti a carattere preventivo si applicherebbe al settore dell’asilo. Il personale di accompagnamento dei richiedenti nei centri federali (forse in seguito anche in quelli cantonali) verrebbe appositamente formato a riconoscere segnali precoci di radicalizzazione. I corsi sarebbero impartiti direttamente dal Servizio delle attività informative della Confederazione. Il Sic già oggi esamina ogni singola richiesta d’asilo; in caso di dubbio, informa al riguardo la Segreteria di Stato della migrazione (Sem). Anche i club sportivi e altre associazioni saranno chiamati a fare la loro parte. Pur condividendo il principio, il portavoce dell’Ufficio federale dello sport Christoph Lauener esprime una certa preoccupazione: “La stragrande maggioranza delle associazioni funzionano sulla base del volontariato e la stessa attività sportiva ha un effetto preventivo”. Qualsiasi ag-
gravio potrebbe ripercuotersi in modo negativo sulla disponibilità a impegnarsi volontariamente”, afferma Lauener. Il Pna contro la radicalizzazione e l’estremismo violento non sarà l’unica novità in quest’ambito. In giugno il Consiglio federale aveva annunciato l’intenzione di avviare entro fine anno anche la
consultazione sulle misure preventive adottabili dalla polizia contro potenziali criminali al di fuori di un procedimento penale. Tra le ipotesi al vaglio: obbligo di notifica alla polizia per persone ritenute pericolose per la sicurezza interna, carcerazione preventiva, divieto di espatrio, ritiro dei documenti di viaggio.