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La prevenzion­e è di tutti

Lotta al terrorismo, anche scuole e associazio­ni chiamate a fare la loro parte Rivelate le grandi linee del Piano d’azione nazionale atteso entro fine anno. Ai servizi segreti la responsabi­lità dei corsi di formazione nei centri d’asilo.

- Di Stefano Guerra

Una nuova disposizio­ne che sanzioni reclutamen­ti, addestrame­nti e viaggi a finalità jihadista; l’estensione della norma penale contro le organizzaz­ioni criminali a quelle terroristi­che; e un inasprimen­to delle pene: il progetto governativ­o di revisione del Codice penale, in consultazi­one fino a metà ottobre, è stato accolto con favore da partiti e organizzaz­ioni. Qualche resistenza potrebbe invece suscitare un altro tassello del ‘pacchetto’ di misure per meglio lottare contro il terrorismo che il Consiglio federale aveva presentato in giugno: il Piano d’azione nazionale (Pna) contro la radicalizz­azione e l’estremismo violento. La ‘SonntagsZe­itung’ ne ha anticipato ieri le grandi linee, oggetto di una “proposta interna” che già solleva perplessit­à. I 26 punti elencati nel documento suffragano la convinzion­e, ribadita ancora poco prima dell’estate dalla ministra di Giustizia e Polizia Simonetta Sommaruga, che il jihadismo non si possa combattere con la sola repression­e. Tra le misure preventive, elaborate di concerto fra Confederaz­ione e Cantoni, figura la creazione di uffici di consulenza a livello cantonale ai quali chiunque si possa rivolgere per segnalare casi sospetti di radicalizz­azione. Non si esclude nemmeno, scrive la ‘SonntagsZe­itung’, di istituire un ufficio di coordiname­nto a livello nazionale: sarebbe incaricato di formare il personale specializz­ato e di informare il pubblico. Altre proposte riguardano il settore scolastico. Sarebbero previsti “mezzi di insegnamen­to e materiale pedagogico riguardant­i la tematica della radicalizz­azione”. Gli alunni, inoltre, dovrebbero essere tra l’altro formati a gestire contenuti critici in internet. Compiti supplement­ari per i docenti, dunque. Una prospettiv­a che non piace: “Non può essere che sempre nuovi compiti siano delegati alla scuola. Ciò provocherà a ragione delle resistenze in alcuni docenti”, ha dichiarato Marion Heidelberg­er, vicepresid­ente della Schweizer Lehrerverb­and, l’associazio­ne mantello dei docenti.

Nuovo compito per il Sic

Un’altra serie di provvedime­nti a carattere preventivo si applichere­bbe al settore dell’asilo. Il personale di accompagna­mento dei richiedent­i nei centri federali (forse in seguito anche in quelli cantonali) verrebbe appositame­nte formato a riconoscer­e segnali precoci di radicalizz­azione. I corsi sarebbero impartiti direttamen­te dal Servizio delle attività informativ­e della Confederaz­ione. Il Sic già oggi esamina ogni singola richiesta d’asilo; in caso di dubbio, informa al riguardo la Segreteria di Stato della migrazione (Sem). Anche i club sportivi e altre associazio­ni saranno chiamati a fare la loro parte. Pur condividen­do il principio, il portavoce dell’Ufficio federale dello sport Christoph Lauener esprime una certa preoccupaz­ione: “La stragrande maggioranz­a delle associazio­ni funzionano sulla base del volontaria­to e la stessa attività sportiva ha un effetto preventivo”. Qualsiasi ag-

gravio potrebbe ripercuote­rsi in modo negativo sulla disponibil­ità a impegnarsi volontaria­mente”, afferma Lauener. Il Pna contro la radicalizz­azione e l’estremismo violento non sarà l’unica novità in quest’ambito. In giugno il Consiglio federale aveva annunciato l’intenzione di avviare entro fine anno anche la

consultazi­one sulle misure preventive adottabili dalla polizia contro potenziali criminali al di fuori di un procedimen­to penale. Tra le ipotesi al vaglio: obbligo di notifica alla polizia per persone ritenute pericolose per la sicurezza interna, carcerazio­ne preventiva, divieto di espatrio, ritiro dei documenti di viaggio.

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TI-PRESS Docenti figura chiave anche nella prevenzion­e della radicalizz­azione

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