Gerosa rilasciato, evita l’estradizione
I giudici di Messina hanno respinto la richiesta indiana nei confronti del 71enne
La cittadinanza italiana lo ha sottratto all’estradizione in India. Carlo Valentino Gerosa, 71enne consulente italosvizzero, residente a Massagno, arrestato il 29 settembre scorso a Lipari, una delle isole Eolie, in quanto inseguito da oltre due anni da un mandato di cattura internazionale emesso dal tribunale di Nuova Delhi, è stato rilasciato. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’Appello di Messina che dopo aver confermato l’arresto hanno respinto la richiesta di estradizione avanzata dalle autorità indiane. A favore di Gerosa ha giocato il fatto che tra Italia e India non è mai stata sottoscritta una convenzione che prevede l’estradizione di imputati. Il consulente di Massagno era ricercato, e con lui anche Guido Haschke, 66enne italo-statunitense, residente a Lugano, in quanto coinvolto nel processo “Choppergate”, filone indiano dell’inchiesta Finmeccanica. Processo nei confronti di numerosi imputati accusati a vario titolo di aver preso tangenti per decine di milioni di euro, pagati dalla holding italiana per aggiudicarsi una commessa da 560 milioni di euro per la vendita di 12 elicotteri AW101Vip. Gerosa a Lipari aveva preso una camera nel miglior albergo dell’isola presentando un documento contraffatto. Ma era stato smascherato dai carabinieri. Gerosa e Haschke, soci in affari in diverse società, fra cui la luganese Gadit Sa, sono accusati di aver, per il tramite di tre fratelli Tyagi, corrotto con grosse somme di denaro il maresciallo Sashi Tyagi (cugino dei tre fratelli), capo di Stato maggiore dell’Indian Air Force, cui spettava la decisione finale su chi affidare la commessa multimilionaria. Nei confronti di Gerosa resta aperta l’inchiesta preliminare per il caso Finmeccanica della Procura di Busto Arsizio. Con Gerosa un’altra mezza dozzina di indagati, le cui posizioni erano state stralciate dal filone principale che finora ha visto la condanna di Haschke (1 anno e 10 mesi, pena patteggiata per corruzione internazionale) e il processo, tornato in Corte d’Appello di Milano, dopo il rinvio della Corte di Cassazione, nei confronti di Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, rispettivamente ex Ad di Finmeccanica e AgustaWestland.